A voler essere sintetici, bisogna riconoscere che
questo sistema sociale presenta molti aspetti che non è esagerato definire di
feroce barbarie. Come altro definire altrimenti quel meccanismo perverso che ha
condotto Giovanni Guarascio, 64 anni, muratore disoccupato, il quale s’è cosparso di
benzina dandosi poi fuoco? Aveva un debito di 10 mila euro con una banca che
gli ha pignorato l’abitazione che egli stesso aveva costruito con il proprio
lavoro. La banca non ha trovato di meglio, per rientrare in possesso della
propria libbra di carne, che fare a pezzi l’uomo e la sua famiglia. Infatti, ha
messo all’asta l’immobile vendendolo a tal signor Sciagura (ironia
del nome) per 26mila
euro.
Ciò segue il recente suicidio di un
altro proletario, Giuseppe Burgarella,
impiccatosi ad una trave del suo appartamento perché non riusciva a trovare
lavoro. A chi mettiamo in conto questa violenza quotidiana, questo stillicidio
di morti? Eppure, a leggere i giornali, a sentire i telegiornali, a fare
notizia è qualche petardo in Val di Susa contro un’opera assurda sotto tutti i
punti di vista e dal costo esorbitante.
E intanto le procure indagano, indagano, indagano,
sperperando forze e risorse. E poi, vai con il reato di vilipendio al
presidente della repubblica per quattro frasi in internet. Un paese del cazzo
che ha tanto tempo e tanta voglia di seguire le vicende che vedono coinvolto un
vecchio porco con una puttanella che s’è scopata mezza Lombardia. Un paese
disposto ad accettare qualunque cosa, che ha rinunciato a ribellarsi contro
nemici riconoscibilissimi e politicamente indifendibili. Un paese che si
rifugia in un consolatorio voto elettorale di protesta che non serve a niente.
Questa dittatura la meritiamo tutta.
Olympe de Gouges
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