29 aprile 2016

Muri.

Quando non sono quelli delle case, i muri sono quasi sempre strumenti politici. Nella storia del mondo le barriere politiche esistono fin dai tempi più antichi, ed è abbastanza eloquente che non siano mai state tanto numerose come ai giorni nostri. Muri imperiali come la Grande Muraglia cinese o il Vallo di Adriano, muri di separazione come quello tra Israele e i Territori e la Striscia di Gaza, muri dei ghetti e di segregazione,  quelli all’'interno dei quali vivono i cittadini bianchi del Sudafrica, le peacelines di Belfast o il recente e criticatissimo muro "anticrimine" di via Anelli, a Padova, muri di contenimento come quello che corre lungo il confine del Texas e del Messico, muri di difesa come la Linea Maginot o il Vallo Atlantico, muri commemorativi, e tantissimi altri. Una lunghissima serie di muri –per controllare, limitare, escludere, proibire,– corre e s’i interseca senza quasi soluzione di continuità lungo tutta la storia umana. Perciò la storia dei muri è inscindibile da quella dell'umanità. Ma l'esempio più famoso rimane quello del Muro di Berlino, diventato un modello, l'unico a potersi fregiare dell'iniziale maiuscola. Ormai si scrive "il Muro". In attesa di qualcosa di peggio, di cui la storia non è mai avara, nella nostra memoria il Muro rappresenta l'apogeo dell'esclusione, della divisione materializzata. Finora nessun muro è stato più politico di quello. Il ventesimo anniversario della sua caduta, nel 2009, ne ha sancito e iperbolizzato l'importanza al tempo stesso storica e simbolica. 
Poi, e non è il risultato meno paradossale del progresso che dovrebbe spazzare via le ultime vestiga dell'oscurantismo, ci sono i muri dopo il Muro. Non ruderi dimenticati, ma muri pienamente funzionanti, che spesso si stanno addirittura allungando e perfezionando, che si stanno moltiplicando un po' in tutto il mondo, muri costruiti di fresco, progetti di muri, idee di barriere che in teoria dovrebbero proteggere contro la delinquenza, il terrorismo, l'immigrazione. Muri dietro ai quali ci si rinchiude, frontiere insomma, da non oltrepassare. Una mappa di segni e cicatrici con cui la politica ha creato e sta creando limiti invalicabili per difendere confini sociali, politici, economici e culturali. Divisioni che ci riportano indietro nel tempo, alla faccia del progresso, di un mondo senza confini e di un'Europa unita...



......saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro....

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