Parlare di una strage avvenuta 36 anni fa potrebbe sembrare anacronistico, vista la situazione mondiale in cui ci dibattiamo e gli attentati che così frequentemente ci colpiscono, direttamente o indirettamente. Ma è difficile dimenticare perché ero lì, a poca distanza, in piazza 8 Agosto, dove si svolgeva il mercato. Non sono stata coinvolta, ma ho sentito il boato, ho visto il fumo e ho sentito l'odore. Poi la piazza è stata fatta sgombrare, siamo scappati dal caos, dalle sirene, dallo spettacolo del terrore. E a casa, al sicuro, a chiedersi cosa fosse successo e chi fossero i responsabili.
Ecco, chi fossero i responsabili è una domanda che ancora, 36 anni dopo, non ha ottenuto completa risposta. I tasselli mancanti sono ancora tanti e le prove restano confuse, o meglio, tenute ben nascoste. Ci sono stati processi e condanne, ma i depistaggi e la disinformazione hanno fatto sì che i mandanti siano ancora sconosciuti e coloro che forse conoscevano questi segreti ormai non possono più svelarli. Francesco Cossiga e Licio Gelli, due protagonisti degli anni cupi della nostra storia che con le loro azioni e soprattutto i loro silenzi hanno contribuito a renderla ancora più oscura e falsa, si sono portati nella tomba, oltre ai morti sulla coscienza, anche pesantissime verità che coinvolgono servizi segreti, neofascismo e crimine organizzato.
E questo è solo uno dei tanti silenzi che da sempre logorano il nostro paese. Per questo forse è utile ricordare, per non fare uscire dalla coscienza popolare la voglia di verità e per non farsi abbindolare da quelle tecniche distorsive e manipolatorie che così bene la "strategia della tensione" (leggi: destabilizzare per instaurare un regime autoritario) ha imparato ad usare.
"...E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: Noi ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi. E verrà il giorno in cui saremo in grado di ricordare una tal quantità di cose che potremo costruire la più grande scavatrice meccanica della storia e scavare, in tal modo, la più grande fossa di tutti i tempi, nella quale sotterrare la guerra."
(Ray Bradbury "Fahrenheit 451")
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