24 agosto 2016

Non è un buon giorno.

Ancora una volta il terremoto ha devastato una larga zone di quest'Italia martoriata. E' successo stanotte, nel centro Italia, tra Lazio, Umbria e Marche. Il bilancio è ancora provvisorio, ma ci sono crolli, morti e feriti e interi paesi distrutti. Ancora una ferita nel cuore del nostro paese. Serve solidarietà. Oggi, ma soprattutto domani facendo esperienza di tante ricostruzioni mancate, occasioni per giunta di mille corruttele e frodi. Anche stamattina, come per L'Aquila, qualcuno si starà fregando le mani pensando ai possibili affari. Ma non basta la solidarietà. Il sisma di stanotte colpisce un'area a altissima pericolosità sismica. Una delle tante che fa del nostro paese, un po' come per il Giappone, un luogo di terremoti annunciati. Lì, in Giappone, il governo del territorio è fatto di messa in sicurezza di uomini e cose. Da noi, ad ogni tragica occasione, si contano i morti e le distruzioni, si straparla e si fa business, ma un vero piano di messa in sicurezza del territorio non è mai partito. Eppure sarebbe occasione di sviluppo ed occupazione qualificata, un dovere civico cui chiamare la nostra gioventù ed in cui impegnare i tanti che da tutto il mondo cercano rifugio e speranza dalle nostre parti. Una valorizzazione e protezione di quello che per tutti è il paese più ricco di storia e più bello del mondo.


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