15 agosto 2016

Il bandito ciclista.



Il testo del brano trae spunto da una storia vera, l'amicizia giovanile fra il grande campione, Costante Girardengo, e il pericoloso bandito, Sante Pollastri, entrambi originari di Novi Ligure. Un legame nato ai tempi delle strade sterrate intrise di sudore e fatica, passioni e sentimenti.
Luci e ombre sull'asfalto, un ricordo struggente del ciclismo che fu e un'amara riflessione su ciò che non sarebbe mai dovuto diventare.
Di Girardengo sappiamo tutto, vita morte e miracoli, era talmente bravo che proprio per lui venne coniato per la prima volta l'appellativo di campionissimo, meritatamente ereditato in seguito da Fausto Coppi.
Di Sante Pollastri al contrario conosciamo ben poco; soprannominato il "bandito anarchico" trascorse gran parte dell'esistenza combattendo un'impari lotta contro le forze dell'ordine fino all'inevitabile sconfitta.

Sante Pollastri non era il miglior amico di Girardengo, come nella canzone. La poesia cerca di sintetizzare ed esporre le storie in maniera emblematica. Ma spesso la realtà è più banale: Sante era semplicemente un fan. Al massimo un conoscente, che frequentava gli stessi ambienti dei ciclisti. E Girardengo potrebbe essere stato colui che lo ha tradito.
Non è facile ricostruire la storia di questo bandito, spietato uccisore di carabinieri e poliziotti, amico e benefattore di agitatori anarchici, diventato leggenda anche a causa della censura che il fascismo esercitava su tutta la cronaca nera e su di lui in particolare. Forse se le sue imprese fossero state conosciute nei dettagli, sarebbe stato meno popolare.
Sante Pollastri, o Pollastro, come si trova a volte nei documenti, nasce il 14 agosto 1899 a Novi Ligure, stessa città di Girardengo, e di certo la passione per la bicicletta ce l’hanno entrambi. Nessuno sa veramente da dove derivi il suo odio per le forze dell’ordine, perché su questo suo tratto caratteriale sono state imbastite le storie più disparate: c’è chi parla di un fratello morto da militare, chi di una sorella violentata. C’è chi dice che fu pestato da una squadraccia fascista dopo aver sputato una caramella troppo vicino agli stivali di uno del gruppo.
L’uomo riconosceva di avere ucciso almeno 7 persone in scontri a fuoco, tra cui una coppia di carabinieri e una di poliziotti. I suoi crimini erano cominciati con un furto di carbone, ma poi era passato a obiettivi importanti in tutto il nord Italia, come l’oreficeria Zanetti, e infine in Francia, con il famoso colpo alla gioielleria Rubel. Spesso la sua banda ospitava ed era ospitata da agitatori e simpatizzanti anarchici. Sarà uno di questi, Renzo Novatore, a convincerlo infine di essere lui stesso un anarchico. La frequentazione con Sante però non porterà però fortuna al nichilista italiano: Novatore muore infatti durante uno scontro a fuoco, una trappola imbastita proprio per catturare Pollastri, il Nemico pubblico numero uno della cui sorte si interessa ormai lo stesso Mussolini.
Forse per questo il bandito si trasferisce in Francia, dove mette in piedi una banda di un centinaio di persone. Qui incontra Girardengo, poi testimone al processo, durante una sei giorni a Parigi. Non è impossibile che il ciclista abbia fornito informazioni. L’arresto però viene effettuato in grande stile dal commissario Guillaume,  il “vero” Maigret a cui si ispirerà Simenon.
Sante confessa. L’avvocato cerca in tutti i modi di evitargli l’estradizione, ma l’Italia è irremovibile e la Francia cede. In Italia Pollastri scampa miracolosamente alle torture e alla pena di morte, e in carcere si comporta da detenuto modello, tanto che il Presidente Gronchi lo grazierà nel 1959.
Una volta libero passerà il resto dei suoi giorni facendo il venditore ambulante per guadagnarsi da vivere. Sante Pollastri morì solo e dimenticato il 30 Aprile 1979, questa l'unica cosa certa, tutto il resto è leggenda.

Tratto da youtube e Italia criminale

Nessun commento:

Posta un commento

Una tua opinione è sempre gradita...o anche un semplice saluto. ;)