20 agosto 2016

Dov'è il limite?

L'abbiamo visto tutti, il piccolo Omran, coperto di polvere e sangue, toccarsi la faccia e pulirsi le mani sulla sedia dell'ambulanza. La sua foto, come quella di Aylan, il piccolo naufrago di Kos, si è moltiplicata all'infinito, fuori da quell'inferno di tribolati. E' un simbolo oppure un’arma, uno strumento di propaganda, un particolare inutile, un bersaglio perfetto, una provocazione, un dettaglio, un peso? Che volete che siano i bambini quando, come avviene in Siria, i morti si contano a centinaia di migliaia? Eppure ogni bambino è unico, ognuno di loro che scompare nel mare o nei quartieri accartocciati di Aleppo, ognuno di loro vede, in un tempo troppo breve, un mondo che non era mai stato visto. Forse pensavano fosse un gioco la prima volta che sono stati strappati dai loro lettini, poi hanno capito che si trattava di questo, di morire. Mi chiedo come questa consapevolezza si faccia strada in loro, quali terribili lacerazioni facciano a pezzi il loro non sapere dell'infanzia, strappandogli l'ingenuità come una benda dagli occhi.
Sono un simbolo sì, ma delle nostre viltà e delle nostre rassegnazioni. In realtà il bambino di Aleppo è completamente solo, costretto a fare i conti con una disperazione che gli toglie il futuro, derubato dell'ebrezza dell'infanzia, di quella prima saggezza innocente assassinata dalla crudele sapienza dei grandi. Quel bambino, quei bambini, sono il termometro della nostra ipocrisia. 
E allora mi chiedo dov'è il limite. Non c'è. Da troppo tempo è stato superato.
E allora come fare oggi per richiamare le coscienze alla decenza della pietà per farla diventare rimedio? Basteranno le loro foto? Vorrei che non fosse una domanda assurda, che ci fosse ancora un argomento in grado di farlo. Ma sembra che davvero non ci sia se questa è l'orribile realtà: portare aiuti ad Aleppo oggi è impossibile. E ancora più difficile è negoziare anche solo una tregua: stop alle bombe per 48 ore a settimana
La soluzione? Una, l'unica, la stessa per ogni scenario di guerra: che finiscano. 
Non c'è cosa buona che possa venire da una guerra, un cessate il fuoco ha senso solo se permanente. Visto che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, bisogna che la politica vi rinunci, altrimenti è inutile piangere per i bambini feriti. Troppi ne moriranno ancora nell'indifferenza generale se ci si limita a immortalarli in qualche foto da condividere. Foraggiare il pietismo è funzionale alla logica dello sterminio, o quanto meno ritardante per una vera opposizione civile a tutto quello che concorre alle guerre, con le missioni, le produzioni belliche, i respingimenti e i silenzi assordanti. Mentre si muore in quantità e di continuo, sbarriamo gli occhi di fronte un bambino estratto dalle macerie di un bombardamento. Credo che sia meglio condividere la vergogna della contemplazione, invece del falso sdegno. 


Bella come Beirut
Esausta come Damasco
Timida come il Cairo
Distrutta come lo Yemen
Ferita come Baghdad
Dimenticata come la Palestina.
  
Rasha Aly

2 commenti:

  1. In questo articolo ci sono alcune affermazioni che NON CONDIVIDO PER NIENTE. E sono ad esempio queste: per metà dello scritto è tutto pietismo per i bambini, per poi concludere che "Foraggiare il pietismo è funzionale alla logica dello sterminio". In secondo luogo tutte distruzioni, stragi e disumanità, vengono descritte come "cattiverie" di oggi! E' un falso: SONO SEMPRE AVVENUTE, e oggi sono MENO di cent'anni fa. Poi c'è il colmo, forse un abbaglio lessicale, c'è scritto: "Visto che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, bisogna che la politica vi rinunci", Letteralmente significa che si deve continuare con la guerra! Suppongo che si volesse dire il contrario... ma è solo perchè si continua a pensare che l'uomo è il "buon selvaggio" di roussoniana memoria, e può fare a meno della "ragione"... Io no, io penso che il "male", che esisterà sempre ( come del resto è sempre esistito, solo che non lo filmavano tutti i giorni), si attenuerà solo con la ragionevolezza, e quindi con la politica, che si adopera per evitare la guerra, e molte volte ci riesce. NON SEMPRE? Già, non sempre, così qualcuno può "divertirsi" a "foraggiare il pietismo". Mi dispiace, ma davvero... preferisco i politicanti stronzi, almeno quelli posso odiarli, mentre questi lamenti sono sacrosanti, se solo fossero realistici, coerenti con la storia: con la realtà appunto.

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    1. Quello che tu chiami pietismo (e forse lo è, ma credo che sia umano e spontaneo di fronte a certe immagini) io lo definirei piuttosto un sentimento di dolore impotente a cui non ci si può sottrarre, a meno che il cinismo non superi la sensibilità. Io non mi ci sottraggo, (mi lascio andare all'emozione, che male c'è?) salvo poi condannare chi strumentalizza questo dolore (non è un caso che non abbia messo la foto di Omran) e chi non dà seguito a delle risoluzioni efficaci. E scusami se non ti è sembrata troppo chiara la frase sulla politica, intendevo politica economica, quella espansionistica, le lobby delle armi, del petrolio, dell'oro e di non so cos'altro, che da sempre usano la guerra come strumento. E lo so che le guerre ci sono sempre state, che la cattiveria c'è sempre stata, ma non è una buona ragione perché continui ad esserci. Comunque anche i politicanti stronzi fanno la loro parte e io li metto sullo stesso piano....

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