15 ottobre 2016

Nobel.

Allora dico  la mia anche se a nessuno importerà più di tanto. 
Una delle critiche per quello che riguarda il Premio Nobel a Bob Dylan è che lui non ha niente a che fare con la letteratura e che i suoi testi sono legati strettamente al fatto che sono cantati e suonati. 
Io credo che non sia così, infatti molti suoi testi sono leggibili a sé, senza bisogno di essere cantati e supportati dalla musica, sono vera e propria poesia. Le sue memorabili musiche e parole sono, nel senso più profondo, letterarie.  
Piuttosto, se proprio vogliamo obiettare qualcosa nella motivazione del Nobel, possiamo dire che Dylan non ha "creato una nuova espressione poetica", ma ha dato una forma efficace e contemporanea a uno dei nessi più profondi e antichi dell'arte: quello tra parola (detta più che letta) e musica (in senso lato).
La letteratura non deve chiudersi in sé stessa, arroccata nei salotti buoni dei parrucconi. L'aprirsi verso altre forme d'arte è un segno di evoluzione e attenzione verso ciò che più influenza la società del nostro tempo e questo non può che essere positivo.
E mi piace l'dea che ci sia stato una specie di passaggio del testimone: Dario Fo, Nobel nel 2001, è morto nel giorno in cui è stato assegnato il Nobel a Dylan. Una coincidenza sicuramente, ma quindici anni fa ne aveva parlato :"Sarei proprio contento se fosse Bob Dylan a vincere il Premio Nobel"....

E già che ci sono dico la mia anche su Dario Fo. Sono venuti fuori, come sempre succede quando si parla di un personaggio di tale fama, i suoi trascorsi politici, dalla sua giovinezza nella Repubblica di Salò alla recente adesione al movimento di Grillo. 
Io vorrei estrapolarlo da questa condizione di miseria politichese e vederlo solo come artista. Quell'eterno giullare, istrione del palcoscenico, uomo delle arti a tutto tondo che per tutta la vita si è battuto contro l'affermazione secondo cui “la cultura dominante è quella della classe dominante”, che non ha mai avuto bisogno di etichette perché l’idea di cultura per la quale si è battuto non è né accademica né elitaria. Ci ha lasciato tanto nelle sue opere, sono un tesoro, non sporchiamole. 

Lo spot della Apple del 1997 con lo slogan "Think Different" presenta tutti i protagonisti che con il loro genio e la loro fantasia e ribellione hanno cambiato il mondo. La voce narrante italiana non poteva che essere quella di Dario Fo e uno dei personaggi Bob Dylan. 
Ed è cosi che due premi Nobel alla letteratura si sfiorano. 


"Questo film lo dedichiamo ai folli, agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli, ma l'unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l'umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero".

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