Non so se ragiono bene o male ma è quello che penso.
Non mi piacciono i rimpianti se per rimpianti si intende ricordare il passato con tristezza, per qualcosa che non è successo o che si non si è realizzato. Non mi piace in generale ripensare al passato lamentando la sfortuna o un destino avverso. Non mi piacciono i "se avessi fatto", "se avessi avuto", "se avessi detto". Non è stato fatto, non è stato ottenuto, non è stato detto. Punto. Quello che è successo è successo e non si può più cambiare. Lamentarsi è inutile, è solo uno spreco di energie.
Il passato è passato e rimane come tesoro di esperienza, per non ripetere gli stessi errori, se di errori si è trattato. Il passato racchiude tutte quelle esperienze che ci hanno portato fino al nostro “qui e ora” attraverso un processo ben delineato. È un baule pieno di ricordi felici e tristi, di decisioni sbagliate e fortunate, di sorprese ed eventi, di persone che hanno preso parte e poi sono uscite dalla nostra vita.
Capisco che ripensare con nostalgia ai tempi che non appartengono più alla vita attuale può essere un dolce rifugio, un tuffo in un mondo nostalgico che conosciamo bene e che ci ha segnato nel profondo. Ma vivere ancorati al passato è un modo per perdere di vista il presente. E' come un fantasma che distoglie l’attenzione e l’energia che potremmo impiegare nella quotidianità e, silenziosamente, imbriglia, lega e incatena.
Si può invece prendere come ricchezza, un'esperienza che insegna e che non perderemo mai perché si rivela una risorsa preziosa e può aiutare a migliorare la nostra condizione in vista di nuove possibilità non ancora conosciute.
Quello che conta è il presente, quello che si può realizzare guardando avanti con i mezzi che si hanno a disposizione contando sulle forze che si possono mettere in campo in quel momento. Decisioni da prendere, problemi da risolvere, sono tutte cose che vanno analizzate con concretezza pensando a ciò che è realmente possibile programmare per raggiungere un obiettivo senza perdersi in riflessioni sulle precedenti condizioni.
Mi rendo conto del mio pragmatismo, forse eccessivo, ma a questo mi ha portato il mio passato e adesso lo uso per andare avanti. Non mi dimentico di niente ma nemmeno rimpiango niente.
E' il passato, e come tale può solo insegnarmi a vivere il presente. Ripensarci lamentandosene è inutile.