Riprendo in mano questo spazio per condividere i miei pensieri nell'attuale, assurda situazione.
25 dicembre 2021
Sono prigioniera. Il mio attenermi alla legge che mi
permette di decidere se vaccinarmi o meno mi sta isolando più di quanto già lo
stessi facendo spontaneamente prima. A volte mi domando se sono normale. Ma mi
sembra di sì. L’isolamento non mi produce depressione. Ho cose da fare. Cerco
di mantenermi in forma per contrastare la vecchiaia che avanza, ho ancora il
mio cagnolino di cui occuparmi, mi nutro (a volte non benissimo ma mangio
quello che ho voglia di mangiare e quello che mi posso permettere), leggo
tantissimo, guardo anche la tv (sempre meno in verità evitando tg e talk vari
perché non ne posso più!!!) e vivo normalmente. Non ho molti contatti sociali,
è vero, anzi, quasi nessuno, ma non mi mancano. Quei pochi che ho non mi danno altro se non un po’ di divertimento oserei dire quasi forzato, proprio per non
considerarmi un’asociale.
Mi chiedo perché mi comporto così. C’è un insieme di cose su
cui ho riflettuto per spiegarmelo.
Prima di tutto non sono così sicura dell’efficacia dei
vaccini. Da che mondo è mondo la scienza è fatta di dubbi che devono essere
costantemente verificati, questa è la base su cui si fonda la ricerca che non
si chiamerebbe tale altrimenti. Alle certezze ci si arriva, come ci ha
insegnato la storia, dopo varie fasi che in questo momento storico non sono
certo state rispettate.
Ho attraversato tutta la mia vita cercando di ascoltare i
segnali del mio corpo e credo di averli interpretati. Sto bene, sono ancora in
forze e non ho nessuna patologia. Mi sembra di avere un buon equilibrio fisico
e psicologico che non voglio stravolgere introducendo sostanze estranee non
comprovate.
Poi c’è il fattore della ribellione. Che non è secondario,
ce l’ho nel dna. Fin dall’inizio ho cercato di capire. Lo faccio da sempre per
qualsiasi stimolo mi provenga dall’esterno. Credo sia logico farlo, non sono
un’oca che ingurgita. E non c’ho capito niente. L’informazione e il
comportamento della politica non mi ha mai dato nessuna garanzia, anzi. Le
varie ordinanze mascherate da appelli alla responsabilità mi sono arrivati
male, sono suonate come vere e proprie coercizioni e ricatti. Purtroppo è da
quando sono nata che ho questa allergia agli ordini, e di solito faccio
esattamente il contrario di quello che mi si vuole imporre.
Però rispetto le leggi. E se la legge non mi obbliga, la
rispetto e faccio la mia scelta. Punto.
Poi c’è il fattore dell’allarmismo ingiustificato. Non nego
che ci sia una situazione difficile, ma il sensazionalismo dei media sta
caratterizzando l’informazione negli ultimi anni e questo non può che
esacerbare i comportamenti e influenzare chi non riesce a sottrarcisi. Ogni anno
salta fuori qualche nuovo virus, molti si ammalano e molti purtroppo muoiono.
Forse quest’anno è stato ed è ancora contraddistinto da qualcosa di più grave,
ma è ovvio che se la sanità avesse avuto quelle risorse che negli anni scorsi
la politica le ha proditoriamente tolto, non avrebbe queste difficoltà. E
allora non vedo perché le colpe della
politica debbano ricadere sempre su chi colpe non ha. Non è tollerabile. Non sono d'accordo nel giustificare questa
inefficienza con una politica preventiva irresponsabile inoculando sostanze che, tra l’altro, sono tutt’altro che sicure e
sulla cui distribuzione stanno speculando a man bassa le multinazionali farmaceutiche
cercando di trarne il massimo dei profitti.
Dicono che i non vaccinati contribuiscono alla diffusione.
Non è vero. Visto che non si può andare da nessuna parte, che cosa mai possono
diffondere? Al contrario io cerco di proteggermi dai vaccinati che pensano di
essere invincibili e fuori da qualsiasi pericolo mentre in realtà non lo sono e
si permettono di avere comportamenti a rischio. Senza contare l’arroganza da
salvatori del mondo quando sappiamo benissimo che chi si è sottomesso o lo ha
fatto perché non aveva scelta oppure, e qui casca l’asino, per avere libero
accesso a quel consumismo che tanto ci sta a cuore e che sembra non esista nient'altro. Per tornare ad essere liberi, dicono loro.
Ma che libertà è quella che viene elargita come premio per
un’obbedienza cieca e sorda?
La libertà vera è quella che abbiamo per nascita, per natura
e che ci viene strappata via con imposizioni che ci conducono a
ricatti psicologici e ci rendono schiavi di noi stessi e di pensieri nevrotici
basati principalmente sul senso di colpa e anche di psicotiche teorie che
logicamente, ma anche emotivamente, non hanno alcun senso, né alcuna utilità
nella ricerca del bene reale.
Non è mia intenzione dare una connotazione univoca e
standardizzata a tutte le persone che si sentono in dovere di seguire certi
comportamenti, non giudico nessuno. Però mi chiedo come sia possibile annullare
la ragione pur di essere considerati cittadini modello. Una vera morale civica
non dovrebbe annullare la ragione né le emozioni, ma piuttosto integrare questi
aspetti e quindi, rispettando la propria natura, elevare l’individuo a quello
che è: una mente pensante. Quello che sta succedendo adesso è l’esatto opposto.
Io credo di rispettare tutti in quanto persone, anche in
quell’aspetto di cittadino obbediente che sentono di dover essere. Quello che
non rispetto è quel meccanismo perverso che vedo intessuto in chi detiene un
qualche tipo di potere e che si ritiene investito di decidere della vita altrui.
Non è tanto il fatto di essere bravi cittadini o meno
quanto il non discernere tra l’incomprensibile e l’assurdo.