26 novembre 2012

Guardare lontano....

“La democrazia in Europa”: questo è il titolo del libro di Mario Monti che un Fazio benevolo e sorridente ha presentato ieri sera. Più che il titolo (alquanto utopistico visti i tempi che di democrazia non hanno il benché minimo odore) è il sottotitolo ad illuminare: "Guardare lontano". Quel “guardare lontano” è un ritornello che ho sentito ripetere un po’ troppo spesso. Guardare lontano perché ciò che si sta costruendo darà i suoi frutti più in là, non si deve avere fretta, i risultati si vedranno. Ora io non conosco il contenuto di questo illustre parto di cotanta mente, né vorrò conoscerlo mai, quindi mi si perdoni se disquisisco su due semplici parole ma, come dicevo, ormai mi stanno veramente scassando i cosiddetti! Guardare lontano perché? E soprattutto come? 
Come si può guardare lontano se la situazione di adesso è tale da non avere nemmeno il coraggio di pensare alla prossima settimana? 
Come si può guardare lontano se non sappiamo come sopravvivere adesso? 
Io capisco la lungimiranza, capisco che le cose non possono cambiare da un momento all’altro, capisco tutto! Quello che non capisco è perché in tempi di crisi come questi, in cui tante persone stanno vivendo con fatica immane il presente, quel “guardare lontano” diventi una specie di mantra: non fossilizzatevi sui sacrifici che state facendo ora, pensate al futuro, quando tutto questo sarà finito e saremo tutti felici.
Va bene, ma se nel frattempo muoio di fame? Sono così imbecille se la prima cosa che mi viene in mente è che mi stanno prendendo per il culo?
Però Monti ci dice che il peggio della crisi è passato e che bisogna essere ottimisti. Quindi non c’è più tanto da dire, continuiamo a fare buchi nella cinghia e sorridiamo ad un futuro in cui la cinghia non ci servirà nemmeno più perché non avremo più pantaloni da sostenere.
Intanto, in una tranquilla domenica di Novembre, la notizia più eclatante è che i votanti alle primarie pare siano stati circa 4 milioni (8 milioni di euro incassati).
Per attenermi al mantra attenderò con trepidazione lo spoglio e ignorerò tutti quei morti (in maggioranza donne e molte minorenni) bruciati vivi  in uno stabilimento del Bangladesh dove si producevano a basso costo abiti con marchi occidentali. 
Guardo lontano, penso solo al futuro, quando tutto questo anche da noi non sarà più un’eccezione, quando anche qui, pur  di mangiare, si accetterà la schiavitù e si morirà per mancanza di sicurezza......e non faccio neanche tanta fatica a immaginarmelo...non è un futuro molto lontano, anzi!!


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