Un certo Thomas Robert Malthus, sconcertato da quanta gente nascesse
nell’Inghilterra del XVIII secolo, considerò che le bocche si
moltiplicano geometricamente mentre il cibo solo aritmeticamente, e ne
dedusse la necessità di far in modo che i poveri non si riproducessero. A
lui si ispira forse il saggio Monti, coadiuvato dal fido Balduzzi,
quando dice che i vecchietti sopravvivono sempre di più mentre i soldi
per loro al massimo restano gli stessi. Ne consegue che i vecchietti
poveri è meglio che non sopravvivano? Beh, l’idea di affidare la
sostenibilità del Ssn a soggetti privati, va, ontologicamente, in quella
direzione.
Se ne sono lette, in questi due giorni, di sciocchezze. E se ne sono
sentite a proposito dell’uscita di Monti sulla sanità non più
sostenibile. La gran parte dei commentatori indignati, però, si è mossa
nel solco di Monti stesso: ragionamenti economici, di sostenibilità, di
assicurazioni, tasse e qualunque altra diavoleria si possa inventare per
pagare le cure. Vabbé, buttiamola pure sull’economia sanitaria (tema
palloso e complesso quanto non mai), ma attenzione che così ci mettiamo
da soli la trave nell’occhio.
Il Servizio sanitario nazionale non può essere considerato, come fa
Monti e come hanno fatto molti commentatori, una voce di spesa, come
l’indennità ai consiglieri regionali (tanto per dirne una). Perché è
innanzitutto un enorme sforzo di solidarietà collettiva, poi una grande e
virtuosa istituzione pubblica, quindi un volano per la crescita
scientifica del paese. E potrei continuare per molte righe prima di
mettere la voce “spesa”. Se non altro perché noi tutti provvediamo a
coprire questo magnifico sforzo con le nostre tasse.
Quindi, mi sarebbe piaciuto, in questi giorni, leggere
dell’eccellenza della nostra sanità, del fatto che costa meno di quella
dei grandi paesi europei cui ci piace confrontarci, del fatto che è
universale nella più ampia delle accezioni. Ma anche dell’esercito di
ladroni che se ne approfittano coperti e coccolati da funzionari
pubblici, da emeriti professori, da politici e economisti di rango. E,
invece, mi ha fatto orrore leggere solo e soltanto di come si fa a
ridurne i costi.
Perché se accettiamo di ragionare di sanità solo in termini di costi
finiamo col dare ragione al povero Balduzzi. mandato ancora una volta
davanti ai microfoni a rassicurare. Ci dice che Monti non pensa a
privatizzare, che gli piacciono i nostri ospedali, che bisogna far
lavorare meglio i fondi integrativi. Che di soldi non ce n’è e bisogna
comunque darli ai partiti, che sostengono il governo e pazienza se poi
li danno a Lusi o a Batman. Poi però, voce dal sen fuggita, aggiunge che
il problema è l’invecchiamento.
Già, i vecchietti che si tengono in piedi a suon di pillolette, che
devono mettersi le protesi e poi finisce che stuoli di loschi figuri ci
rubano pure su quelle protesi. Che affollano i pronto soccorso perché i
parenti non sanno dove metterli e perché loro stessi sono così impauriti
da rinunciare all’autonomia di starsene a casa loro in santa pace. Che
stanno male e stanno ancora peggio perché si sentono un peso. Che
pregano Dio di venirseli a prendere, non perché qui ci stiano male, ma
perché così ci si sente se tutti ti guardano come a un incubo. E a una
spesa.
Che vergogna, professori. Incolpare l’invecchiamento delle vostre
incapacità. Della vostra paura a toccare i privilegi che, quelli sì e
non i vecchietti, devastano la nostra sanità. Non starò qui a negare che
l’invecchiamento della popolazione aumenta i costi della sanità, ma a
me sembra una buona notizia. Mi significa che le cose funzionano bene e
si riescono a tenere in pista le persone fino a tarda età, e mi
significa che tutti (anche lei professor Monti) possiamo dare una mano a
quelli che hanno fatto questo paese. Lo facciamo con la fiscalità
generale e, questo, lo facciamo volentieri..........mentre l’auto blu di
Schifani ci fa schifo!
Daniela Minerva
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