30 novembre 2012

Balbettano, incespicano e poi la dicono chiaramente: il problema sono i vecchi. Colpa loro se la sanità non è più sostenibile.

Un certo Thomas Robert Malthus, sconcertato da quanta gente nascesse nell’Inghilterra del XVIII secolo, considerò che le bocche si moltiplicano geometricamente mentre il cibo solo aritmeticamente, e ne dedusse la necessità di far in modo che i poveri non si riproducessero. A lui si ispira forse il saggio Monti, coadiuvato dal fido Balduzzi, quando dice che i vecchietti sopravvivono sempre di più mentre i soldi per loro al massimo restano gli stessi.  Ne consegue che i vecchietti poveri è meglio che non sopravvivano? Beh, l’idea di affidare la sostenibilità del Ssn a soggetti privati, va, ontologicamente, in quella direzione.
Se ne sono lette, in questi due giorni, di sciocchezze. E se ne sono sentite a proposito dell’uscita di Monti sulla sanità non più sostenibile. La gran parte dei commentatori indignati, però, si è mossa nel solco di Monti stesso: ragionamenti economici, di sostenibilità, di assicurazioni, tasse e qualunque altra diavoleria si possa inventare per pagare le cure. Vabbé, buttiamola pure sull’economia sanitaria (tema palloso e complesso quanto non mai), ma attenzione che così ci mettiamo da soli la trave nell’occhio.
Il Servizio sanitario nazionale non può essere considerato, come fa Monti e come hanno fatto molti commentatori, una voce di spesa, come l’indennità ai consiglieri regionali (tanto per dirne una). Perché è innanzitutto un enorme sforzo di solidarietà collettiva, poi una grande e virtuosa istituzione pubblica, quindi un volano per la crescita scientifica del paese. E potrei continuare per molte righe prima di mettere la voce “spesa”. Se non altro perché noi tutti provvediamo a coprire questo magnifico sforzo con le nostre tasse.
Quindi, mi sarebbe piaciuto, in questi giorni, leggere dell’eccellenza della nostra sanità, del fatto che costa meno di quella dei grandi paesi europei cui ci piace confrontarci, del fatto che è universale nella più ampia delle accezioni. Ma anche dell’esercito di ladroni che se ne approfittano coperti e coccolati da funzionari pubblici, da emeriti professori, da politici e economisti di rango. E, invece, mi ha fatto orrore leggere solo e soltanto di come si fa a ridurne i costi.
Perché se accettiamo di ragionare di sanità solo in termini di costi finiamo col dare ragione al povero Balduzzi. mandato ancora una volta davanti ai microfoni a rassicurare. Ci dice che Monti non pensa a privatizzare, che gli piacciono i nostri ospedali, che bisogna far lavorare meglio i fondi integrativi. Che di soldi non ce n’è e bisogna comunque darli ai partiti, che sostengono il governo e pazienza se poi li danno a Lusi o a Batman. Poi però, voce dal sen fuggita, aggiunge che il problema è l’invecchiamento.
Già, i vecchietti che si tengono in piedi a suon di pillolette, che devono mettersi le protesi e poi finisce che stuoli di loschi figuri ci rubano pure su quelle protesi. Che affollano i pronto soccorso perché i parenti non sanno dove metterli e perché loro stessi sono così impauriti da rinunciare all’autonomia di starsene a casa loro in santa pace. Che stanno male e stanno ancora peggio perché si sentono un peso. Che pregano Dio di venirseli a prendere, non perché qui ci stiano male, ma perché così ci si sente se tutti ti guardano come a un incubo. E a una spesa.
Che vergogna, professori. Incolpare l’invecchiamento delle vostre incapacità. Della vostra paura a toccare i privilegi che, quelli sì e non i vecchietti, devastano la nostra sanità. Non starò qui a negare che l’invecchiamento della popolazione aumenta i costi della sanità, ma a me sembra una buona notizia. Mi significa che le cose funzionano bene e si riescono a tenere in pista le persone fino a tarda età, e mi significa che tutti (anche lei professor Monti) possiamo dare una mano a quelli che hanno fatto questo paese. Lo facciamo con la fiscalità generale e, questo, lo facciamo volentieri..........mentre l’auto blu di Schifani ci fa schifo!

Daniela Minerva

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