Guarda un po’ cosa si sono inventati i super ricchi: “Live below the line”,
cioè “Vivi sotto la soglia”, per 5 giorni con un solo dollaro e mezzo al giorno………
……come succede a un miliardo e mezzo di persone……per tutta
la loro vita!
Solo che quelli che hanno partecipato sono
attori, cantanti e modelli milionari che si sono recati in Africa, Asia o
Sud America. Sono rimasti lì qualche giorno, giusto il tempo di farsi
fotografare e poi sono tornati alle proprie auto, ville sfarzose e tavole
imbandite.
Pare che sia servita per raccogliere fondi che l'Unicef e il
World food programme delle Nazioni Unite hanno poi provveduto a distribuire (si
spera, o almeno così spera chi ha dato il suo contributo) a chi ne ha bisogno.
Ci sarà anche chi ci crede davvero, e fra questi anche
qualcuno che non ha il portafogli pieno (di soldi e carte di credito). Ma
ovviamente, come tutte le campagne politicamente corrette, anche questa ha le
sue celebrità che hanno appiccicato il loro volto alla causa. Ci sarà stata
anche buona volontà, non lo metto in dubbio: la situazione è di quelle che non
si possono che definire ingiuste, con migliaia di persone che stentano
a trovare il cibo sufficiente ogni giorno, mentre milioni di altre ne hanno da
buttare.
Ma invece che sensibilizzare le persone ai temi della
povertà e della fame nel mondo, cosa di cui non c’è un gran bisogno perché ad
essere veramente sensibili a ciò sono solo quelli che la fame la patiscono
davvero, non si potrebbe semplicemente “donare”? Invece che sfidarsi a “vivere
sotto la soglia” e raccontarselo sui blog e su Twitter con
l’hashtag #BelowTheLine, non si potrebbe semplicemente “fare”? E senza
tanta pubblicità? Senza piangere calde lacrime per 5 giorni per lavarsi le coscienze e poi lavarsi via la
povertà nella vasca idromassaggio?
Fingere di tendere alla povertà, negli odierni frangenti
economici è solo una squallida operazione di marketing da imbonitori mediatici.
Mascherarsi da miseri “fa scena”, così i poveri, quelli veri, apprezzano e se
ne stanno buoni…..
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