Follia Ue: l'Esercito Comune contro i Disperati.
Intanto in Polonia si reclutano i gorilla.
Il Coinvolgimento del Gruppo Visegrad e gli incontri particolari di Hollande e Merkel
Bruxelles, Varsavia -
La situazione di crisi ha messo in luce, anche in questi giorni,
importanti segnali d'allarme. Le popolazioni, esasperate dal debito
pubblico e dalla mancanza di lavoro, protestano quotidianamente contro l'ignobile sistema
che li costringe alla miseria. Gli imperi centrali, sia politici che
finanziari, insistono sull'esigenza immediata di sedare ogni possibile
iniziativa di rivolta. Per questo motivo i principali esponenti delle
nazioni centroeuropee, proprio in questi giorni, hanno discusso in
merito alla necessità di instaurare un esercito sovranazionale,
che controlli efficacemente le popolazioni in protesta, che combatta
aspramente i sentimenti ostili a questa bieca società. Evidentemente le
forze dell'ordine nazionali non sono più in grado di combattere con
decisione le manifestazioni di dissenso – malgrado la presenza dei dittatoriali eurogendfor: la polizia speciale Ue con poteri praticamente illimitati, alle dipendenze della stessa Nato e con sede a Vicenza - avendo più volte palesato loro stessi lo scontento generale che avrebbero dovuto contrastare.
L'esasperazione dei popoli europei contro l'eurocasta
Ormai
quando il giovane universitario ed il poliziotto si trovano uno di
fronte all'altro, si corre troppo spesso il rischio che i due
rintraccino nelle proprie coscienze un sentimento comune di esasperazione, essendo nati e cresciuti nella stessa nazione e condividendo più d'una preoccupazione. Come ben sappiamo, però, gli strateghi della tensione
del mondo capitalistico internazionale, fomentano lo scontro da decenni
e vogliono che le due categorie continuino a darsele di santa ragione.
Proprio per questo motivo occorre delegare una nuova forza militare per
la gestione dei disordini interni ai paesi, magari delle nuove facce,
con usi costumi e lingue diverse, ricreando lo scenario di guerra tipico
dei tempi andati. Il quesito a questo punto è d'obbligo: dove reperire queste massicce quantità di persone disposte a scagliarsi contro i poveri paesi del sud europeo? Semplice! In Polonia!
Follia Ue – Pronto il Battaglione Speciale del Gruppo Visegrad
Centinaia di soldati polacchi sono già pronti per essere schierati negli scenari di crisi. Appena due giorni fa il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno incontrato i membri del gruppo Visegrad,
composto da Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e, per l'appunto,
Polonia. Sulla falsa riga dell'esempio americano ed europeo, anche i
paesi di tradizione slava si sono dati da fare per mettere su in quattro
e quattr'otto una loro congrega internazionale d'interessi politici ed economici.
Così dopo aver ricevuto i complimenti dei due leader d'oltralpe per
aver affrontato al meglio la crisi, a differenza nostra, i membri del V4
hanno proposto l'intervento di un ''battaglione speciale del gruppo Visegrad''.
Tremila mercenari pronti ad essere sguinzagliati entro il 2016
Circa tremila soldati, entro il 2016 sulle strade europee, tutti addestrati a manganellare disperati in rovina, vittime della bank-usura. Il quotidiano slovacco ''Pravda'' rivela i particolari del piano, chiaramente sconcertanti: ''La
Polonia fornirebbe la maggior parte della forza militare dell’unità,
fino a 1.600 soldati, mentre la Repubblica Ceca contribuirebbe
principalmente con medici e strutture logistiche, l’Ungheria con
ingegneri militari e la Slovacchia con esperti sulle armi di distruzione
di massa''. Purtroppo, nella storia passata, abbiamo vissuto più
volte momenti come questo e, se qualcosa abbiamo imparato, è proprio che
l'ultilizzo di mezzi coercitivi come questo non possono essere
tollerati. Pertanto intendiamo manifestare la nostra indignazione,
tenendo ben a mente i principi sui quali si fonda la civiltà.
Lao Tzu, filosofo cinese del quinto secolo avanti Cristo, disse: ''Dove s'accampano gli eserciti crescono sterpi e rovi; al seguito di grandi guerre ci sono anni di carestia''.
Questa frase, oggi, sembra attuale più che mai.
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