18 agosto 2015

Letture

Stamattina mi sono persa qui:
AndreaPapi: Il pensiero anarchico contemporaneo.
E ne è valsa la pena. Seguo da tempo gli articoli e gli interventi di Andrea Papi nel suo sito e attraverso A-Rivista Anarchica, e mi piace. Mi piace il modo che ha di esporre le sue idee (che poi sono anche le mie, per questo mi piace). Uno stile che non ha niente di intellettualmente complicato, semplice e chiaro, che arriva direttamente al sodo. Difficile non condividere quello che dice in queste tredici pagine, c'è logica, realismo e potrei dire anche lungimiranza, tutto tranne che utopia!
Riporto solo una piccolissima parte, consiglio di leggere il resto, ne vale la pena.
"Colin Ward usava dire che l’anarchia è come i semi sotto la neve, che appariranno in tutto il loro splendore di fiori  in seguito al disgelo. Una metafora bellissima, che vuole significare di agire per creare situazioni che permettano alle potenzialità libertarie presenti (i semi nascosti sotto la neve) di essere i fiori che potenzialmente sono e mostrare tutta la loro bellezza. Landauer suggeriva di fare il possibile  e  desiderare  l’impossibile , costruendo  nell’immediato  col  massimo  di  coerenza,  con  la consapevolezza e la volontà di preparare la strada per un domani dove ci sarà ciò che oggi è pensato impossibile. Sosteneva inoltre che l’anarchia non è cosa del futuro ma del presente, che non è fatta di  rivendicazioni  ma  di  vita. Buber  riprendeva  il  concetto  di  comunità,  intendendola  luogo  di solidarietà  condivisione  reciprocità  e  scambio; diceva  di  andare oltre  la  modernità  con  gli  stessi mezzi che la modernità offre, cercando di fare una comunità di comunità.
Sono idee e visioni del mondo che aprono degli spiragli e fanno respirare con ampiezza. Danno lo spunto per affrontare i problemi che abbiamo di fronte da angolature differenti da quelle cui siamo abituati. Mi offrono una stupenda occasione per dire qual è per me la possibile strada del disgelo, da dove bisogna partire per cominciare a identificare cosa bisognerebbe fare.
Nell’immediato  bisognerebbe  adoperarsi  per  sganciarsi  il  più  possibile  dalla  cappa  plumbea  di questo dominio finanziario, tentare con tutte le forze di uscire dal grigiore mentale della filosofia di vita che siamo costretti ad accettare quotidianamente, proprio per respirare a pieni polmoni un’aria nuova. Innanzitutto  dobbiamo  smettere  di  accettare  mentalmente  e culturalmente  che  una  piccola parte  della  società  si  appropri  sistematicamente  di  tutto, impedendo  a  tutti  gli  altri  di  usufruirne.
Con  serio  impegno  dovremmo  cercare  il  modo  di  ribellarci  radicalmente  all’imposizione  per  cui soltanto l’economia, in particolare quella capitalistico/finanziaria, sia l’unica parte attorno a cui e in funzione della quale ruota tutto il resto della società. Se un insieme sociale, con tutte le sue funzioni e i suoi addentellati, si costringe a vivere per favorire esclusivamente un’unica sua componente, in questo caso quella economica, si condanna a una disarmonia che a lungo andare non può che essere autodistruttiva, fino a un nichilismo totalizzante.
In particolare oggi stiamo vivendo in funzione di un’economia non reale ma virtuale. Un’assurdità che ci sovrasta, ci obbliga, ci impaurisce, ci  distrugge, ci schiavizza. Non  si  riesce  neppure  più  a combattere  il  padrone, sfruttatore  e  oppressore  in  carne  e  ossa, perché  non  è  più  l’oppressore fondamentale. Il  nemico  che  ci  opprime  è  difficilmente  identificabile.  Come  dicevo  più  sopra, si tratta  di  una  rete  extrastrutturale  di  interessi  che  incombono e  condizionano  pesantemente,  per favorire un’area elitaria che non ha bisogno di comandarci direttamente perché è riuscita a rendere assolutamente  potente  la  virtualità  attraverso  le  sofisticazioni  tecnologiche."

Nessun commento:

Posta un commento

Una tua opinione è sempre gradita...o anche un semplice saluto. ;)