Sì, non dovremo più preoccuparci di districarci nella baraonda dell'informazione. L'annuncio della fusione tra i gruppi che possiedono Stampa e Repubblica (e Secolo XIX) significa che, almeno potenzialmente, mezzo milione di copie potrebbero ripetere le stesse cose. Cioè le stesse menzogne.
Dopo la fusione in mani berlusconiane delle due principali case editrici italiane, Mondadori e Rizzoli, mancava solo questa ufficializzazione per chiudere il cerchio dell’egemonia dei
monopoli, sociali, politici, culturali, informativi.
Adesso abbiamo un
partito unico, una televisione unica, un quotidiano unico.
Vi pare poco?
In Italia muore la libertà di stampa, segnamocelo.
E’ vero che, nella sostanza, le cose erano già così: su molti temi
Repubblica, La Stampa e lo stesso Corriere vendono la stessa versione, e
il direttore di Repubblica lo è stato, per anni, de La Stampa, dopo
aver già lavorato per Repubblica. Ma che la cosa diventi a tutti gli
effetti ufficiale, cioè che un soggetto unico controlli di fatto due
colossi dell’informazione, mi fa venire un po' di brividi.
Vuol dire che da ora in poi ci daranno in pasto lo stesso mangime e sempre meno anticorpi contro l'omologazione saranno nelle edicole e nell'aria.
E a vigliare, per quei pochi che continuano a sentirsi rassicurati della veridicità delle notizie, ci pensa il giornale unico, creato per combinare allarmi, paure, minacce, con le
rassicurazioni che viviamo nel migliore di mondi possibile, a patto di
accontentarci della verità che ci somministrano, come un necessario
sonnifero.
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