In questi giorni il Belgio vive
quello che visse una volta New York nel 2001, Madrid nel 2004, Londra nel 2005,
e Parigi due volte nel 2015, ma che Siria, Iraq, Yemen, Afganistan e Libia
vivono ogni giorno, ogni ora, dove i morti non si contano a dozzine ma a centinaia, migliaia.
Sicuramente
in Belgio non è morto alcun colpevole, tutti erano innocenti come i 12 milioni
di congolesi che il Re Leopoldo II del Belgio sterminò nelle sue piantagioni di
caucciù tra il 1885 e il 1908, senza contare coloro a cui amputava le braccia
per non aver raggiunto la quota assegnata di raccolta, il che gli da il triste
onore di essersi trasformato nel maggior genocida della storia moderna,
superando lo stesso Adolf Hitler.
Le
vittime di oggi non sono responsabili neppure delle atrocità commesse in Congo,
Ruanda e Chad tra il 1960 e il 1966 dai famosi paracadutisti belgi.
E non vale
la pena nemmeno di parlare delle azioni di cui il Belgio e i suoi soci della
NATO sono responsabili in Libia, Siria, Iraq e Afganistan.
Però...può
darsi che al momento di
cercare i colpevoli, si debba cominciare in casa propria.
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