Siamo nella primavera del 1871.
La guerra Franco-Prussiana, era terminata con la sconfitta della Francia
a Sedan e con durissime condizioni di resa. I parigini (avevano subìto
l'assedio dei prussiani e resistito per 5 mesi combattendo con le truppe
regolari monarchiche nel corpo di volontari armati denominati "Guardia
Nazionale"), avevano vissuto anche un cambiamento di regime: la caduta
della monarchia e la proclamazione della repubblica. Ma, come spesso
accade, tutto si era risolto in un semplice avvicendamento di persone al
potere, che appartenevano per lo più alla stessa classe dirigente.
Parigi, quindi, insorse contro il governo centrale e l'Assemblea
Nazionale che avevano condotto la Francia al disastro e, animata da un
forte orgoglio nazionale, ispirata al blanquismo, al giacobinismo
tradizionale e al socialismo anarchico di Proudhon, proclamò la
repubblica: era il 28 marzo 1871.
Dopo il crollo dell'impero e dopo la resa alla Prussia di Bismark, la
Guardia Nazionale aveva conservato il suo armamento e aveva eletto un
comitato centrale. In opposizione al governo Thiers, che aveva sede a
Versailles, proprio quando il governo pretese la consegna delle armi e,
in particolare, dei cannoni installati sull'altura di Montmartre, si
ebbe la rottura definitiva e la proclamazione della Comune
rivoluzionaria.
I parigini sperarono che il loro esempio fosse imitato dalle altre città
francesi. A Lione, Marsiglia, Tolosa il tentativo però fu facilmente
represso. Nonostante l'isolamento i comunardi tentarono diverse riforme
radicali: abolirono l'esercito (allora la ferma durava dai 3 ai 5 anni) e
lo sostituirono con una struttura armata popolare e volontaria: La
Guardia Nazionale.
Fu proclamata la totale separazione dalla chiesa abolendo i privilegi
degli ecclesiastici; le fabbriche abbandonate dai padroni furono gestite
da cooperative di operai. Fu soppresso il lavoro di notte nei forni e
abolita l'istituzione dei sensali del lavoro. Furono occupati gli
appartamenti liberi e sospese le sentenze di sfratto e morosità. Furono
rimessi ai depositanti tutti gli oggetti del Monte di Pietà che non
avessero un valore superiore ai 25 franchi. Ed ancora fu stabilito che
gli alti funzionari, come i giudici, fossero eletti e revocabili in
qualsiasi momento e fossero retribuiti con salario non superiore a
quello di un operaio qualificato. Fu decretata l'abolizione del
giuramento politico e professionale...
Questi i principali decreti della Comune a cui si aggiunsero tutti gli
altri decreti concernenti i servizi pubblici, l'approvvigionamento di
Parigi assediata, le ambulanze, l'assistenza pubblica, la direzione dei
musei e della biblioteca, e infine, fu soppressa ogni distinzione tra
figli legittimi e naturali, tra sposati e conviventi.
La Comune era orientata verso l'emancipazione completa delle donne che ebbero un ruolo molto importante in questo periodo.
Ecco come le donne della Comune si rivolgono alle donne di Parigi:
"Cittadine, sopporteremo più a lungo che la miseria e l'ignoranza
facciano dei nostri figli dei nemici, che padre contro figlio, fratello
contro fratello, vengano ad uccidersi fra loro sotto i nostri occhi per
il capriccio dei nostri oppressori? Cittadine, noi vogliamo essere
libere!...".
Poichè i comunardi dovettero organizzare le difese alle previste
offensive delle autorità di Versailles, molti di quei progetti non
ebbero il tempo di essere attuati. La Comune potè realizzare solo
iniziative simboliche come l'incendio della ghigliottina sotto la statua
di Voltaire e l'abbattimento della colonna Vendome, costruita con il
bronzo fuso dei cannoni di Napoleone, e quindi simbolo dell'imperialismo
e del militarismo. Intanto il governo Thiers ottenne dal vecchio nemico
Bismark la restituzione dei prigionieri di guerra e li riorganizzò in
vista della repressione.
Alla fine del mese di maggio, decine di migliaia di soldati comandati
dal generale Mac Mahon, gli stessi che si erano arresi ai nemici
prussiani, sferrarono un attacco, decisivo, contro Parigi e in una
settimana (21 - 28 maggio), ricordata come "Settimana di sangue",
riuscirono a sconfiggere i comunardi.
Decine di migliaia furono i morti. Al cimitero di Père-Lachaise circa
5000 persone furono fucilate in un sol giorno. Decine di migliaia i
condannati e i deportati. Per tutti ricordiamo Louise Michel che
continuerà a far parlare di sè...
Il 28 maggio, dopo solo 71 giorni, terminò un esperimento di società
diversa che influenzò profondamente i tentativi rivoluzionari
successivi... La Comune, per l'importanza e la universalità dei principi
cui si ispirò, per il lungo assedio che sostenne, per il numero delle
vittime, e per l'orrore delle rappresaglie, può certo considerarsi come
uno dei più audaci tentativi che le classi subalterne abbiano mai fatto
per emanciparsi.
Pietro Kropotkin individuò tuttavia alcuni errori commessi e così
scrisse: "La Comune non poteva essere che un abbozzo iniziale. Nata alla
fine della guerra, accerchiata da due eserciti pronti a darsi una mano
per schiacciare il popolo, essa non osò lanciarsi interamente sulla via
della rivoluzione economica perchè non procedette all'espropriazione dei
capitali... e perchè non spezzò neppure la tradizione dello Stato... ma
è certo che se la Comune di Parigi avesse vissuto qualche mese ancora,
sarebbe stata spinta inevitabilmente, per la forza delle cose, verso
queste due rivoluzioni..."
Dopo questa esperienza Parigi è stata sventrata con interventi
urbanistici radicali: strade larghe per rendere difficile il blocco con
barricate. Tutte le altre metropoli europee hanno adottato simili
"accorgimenti"..., uno dei tanti sviluppati dalla logica del dominio e
del controllo sociale.
A Louise Michel, anarchica, sono stati dedicati una stazione del metrò,
monumenti... francobolli commemorativi. Evidentemente perchè è un
personaggio indimenticabile della storia e della cultura popolare e il
potere ha bisogno di creare miti per sostenersi e nello stesso tempo per
neutralizzarne le idee.
Louise Michel, durante il viaggio in cui fu portata come prigioniera in
Nuova Caledonia, ebbe modo di riflettere su quella formidabile
esperienza vissuta: il passaggio in pochi mesi di tre forme di potere
differenti: monarchia, repubblica, stato proletario. E scrisse: "...Dato
che paragonavo continuamente le cose, gli avvenimenti e le persone e
perchè ho visto i nostri compagni all'opera, sono arrivata ben presto
alla conclusione che addirittura gli onesti, una volta al potere, sono
tanto incompetenti quanto i bricconi dannosi e vedevo l'impossibilità
che mai la libertà potesse associarsi con un potere, di qualsiasi natura
esso fosse stato. Sentivo che una rivoluzione che avesse preso una
forma governativa qualsiasi, non sarebbe stata che un'apparenza
ingannevole". E terminava il suo pensiero dicendo: "...Il potere è
maledetto, ecco perchè, io sono anarchica...".
http://www.tightrope.it/michel/comm.htm
Non conoscevo la storia di Louise Michel, grazie Gianna, sappi che ti ammiro molto!!!!
RispondiEliminaMi confondi Mariella, non merito questi complimenti, faccio solo un po' di divulgazione per cose che ritengo degne di nota e anche perché l'informazione su questi temi è molto avara e poco approfondita. Grazie a te per il tempo e l'attenzione che mi dedichi e che non sempre riesco a ricambiare quanto vorrei. Un abbraccio.
EliminaNon confonderti Gianna, ammiro la tua mente e la capacità di esporre quelli che sono anche i miei pensieri.
EliminaE la tua curiosità di scovare quello che è vero, oltre e aldilà di quanto ci vogliono far credere.
Un abbraccio sincero