27 marzo 2016

Ecco, ora di lui non dicono che bene.

Una sottile eleganza straordinaria, che non era soltanto nella sua figura, ma che si prolungava nella sua mente, una mente organicamente omosessuale. Ora molti, anzi tutti, dicono bene di lui, tacendo religiosamente sulla sua proclamata femminile gaiezza, che ha sempre limitato l'apprezzamento della sua vivacissima intelligenza. Ma apprezzare Paolo Poli significa andare oltre qualsiasi stereotipo di genere perché se c’è stato un essere umano anatomicamente maschile, che dimostra come gli esseri umani il sesso se lo scelgano indipendentemente da quello che hanno in mezzo alle gambe, questo è stato lui, o meglio, è stata lei.
Per ricordarlo, tra i tanti contributi che la rete mette a disposizione, scelgo questa intevista dall'archivio di Radio Radicale (2007) dove parla di un episodio di censura per vilipendio alla religione, dei PACS, dell'impossibilità di adottare figli per gli omosessuali, della presenza del papa in televisione.: http://www.radioradicale.it/scheda/216456/sei-brillanti-intervista-a-paolo-poli-sul-suo-nuovo-spettacolo-teatrale-di-satira.

Ciao Paolo, indimenticabile genio surreale tra leggerezza e provocazione. 

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