Io continuo a pensare che se avessimo
raccontato la storia senza mentire, se non avessimo tirato su le ultime
due generazioni in un alveo di ignoranza peggiore dell'analfabetismo che
l'ha preceduto, se avessimo investito sulle coscienze e sulle persone
invece che sugli oggetti e sul danaro, se avessimo considerato la
memoria meno noiosa, gli anni '60 e '70 meno obsoleti (il ventennio
della parola e del pensiero, dei diritti conquistati con l'intelligenza
e non con la pubblicità...), se avessimo mantenuto il controllo del
linguaggio, se non avessimo trasformato il mondo in un pacchiano gioco
di società per pochi eletti che guardano in distratto silenzio altri sei
miliardi di persone azzannarsi tutti i giorni per un tozzo di pane, e per di più usandole come schiavi per rafforzare le nostre inutilità
individuali svuotate di ogni forma di vita credibile, oggi non saremmo
qui a contare morti ad ogni piè sospinto.
Quello che mi sconcerta di
più è la totale stupidità con la quale stiamo
affrontando questo secolo. Non
strofiniamoci gli occhi, indignamoci. Indignarsi ha
un senso politico, non sentimentale. E per quanto mi riguarda, la
politica dell'indignazione, oggi, è l'unica ad avere un qualche senso.
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