Fu nell'anno 2020 che la maggioranza della gente si accorse di cosa è
veramente la moneta e per mesi dopo che la "scoperta" ebbe riempito le
pagine dei giornali, i canali televisivi, i siti internet e le
discussioni nei bar divenne un ritornello: "... ma come mai non ce ne
eravamo accorti prima...!"
Il cambiamento arrivò con il collasso
finale dell'eurozona nel 2019, un evento che era stato previsto da un
numero crescente di esperti ormai da anni ma che ugualmente colse la
maggioranza di sorpresa. Una delle sorprese fu che il crac vero si
verificò non in Grecia o Spagna, ma in Italia, quello che era una volta
il settima paese industriale al mondo ed era stato lentamente
strangolato nella camicia di forza dell'austerità senza nemmeno avere le
bolle del consumo e immobiliari dei suoi vicini mediterranei. In Italia
dopo otto anni di recessione continua il caos politico era degenerato
con un governo paralizzato da alcuni anni perchè i vecchi partiti non
venivano rimpiazzati dai nuovi movimenti che non volevano partecipare a
governi compromessi, migliaia di aziende che chiudevano nel nord,
diverse regioni come il Veneto che chiedevano la secessione e
dimostrazioni sempre più violente a cui partecipavano persino artigiani e
piccoli imprenditori.
Alla fine la capitolazione arrivò l'11
settembre del 2018 con la dichiarazione del nuovo governo che le
pensioni sarebbero state pagate nella "nuova valuta nazionale italiana" e
anche incrementate del 10% (per compensare i tagli dei governi Monti I,
Monti II e Monti III) e le tasse erano pagabili d'ora in poi solo nella
nuova Lira. Il nuovo governo dichiarò anche una Vacanza Fiscale di un
anno, in cui l'IVA e l'Irpef venivano dimezzate in modo secco durante la
"Transizione Nazionale" alla nuova valuta, per rilanciare
immediatamente l'economia ormai in stato comatoso dopo otto anni di
depressione e austerità.
Le fosche previsioni che si sarebbe
scatenata un iperinflazione non si avverarono, la gente essendo ora
pagata (in lire) tornò a lavorare andando a raccogliere l'immondizia che
si era accumulata in molte città e le i cocci e rottami delle
devastazioni delle dimostrazioni degli ultimi mesi e rimettendo in sesto
le altre infrastrutture che si erano degradate negli anni
dell'austerità e Depressione dei governi Monti-Troika, durante i quali
le maggiori imprese avevano ridotti gli investimenti anche di semplice
manutenzione
La cosa però che sorprese tutti fu la decisione del
Ministero delle Finanze su come effettuare la transizione alla Lira -
perchè ricominciare a stampare di nuovo tutte le banconote in Lire ? I
cellulari erano da anni in grado di ricevere addebiti e accrediti e fare
pagamenti per carta di credito. Perchè non emettere una "Carta Digitale
in Lire" (CDL) che poteva essere caricata di Lire ad un Bancomat e poi
usata per pagare qualunque negozio o ufficio tramite cellulare ?
Non
appena il governo ebbe emesso il Decreto per la Transizione (alla Lira)
i lavoratori addetti alla ricostruzione (assunti per rimuovere la
spazzatura accumulatasi e i danni delle dimostrazioni) avevano ricevuto i
loro stipendi inserendo le loro carte digitali in Lire nei bancomat,
dove le Lire apparivano grazie al fatto che al ministero delle Finanze
digitivano i numeri necessari nei loro computer collegati. Non appena le
"Carta Digitale in Lire" ebbero raggiunto tutta la popolazione i negozi
tornavano a riempirsi e persino i teatri principali a Rome e Milano che
avevano cancellato buona parte della stagione 2016 riaprivano. Anche lo
scontro politico che era diventato sempre più acuto si era calmato ora
che ci si rendeva conto che l'Italia non era senza soldi, era solo
rimasta senza euro !
L'altro effetto però fu che l'assenza di
banconote e il fatto che tutto era digitale cambiava la percezione del
denaro, che non era più una cosa fisica e come tutte le cose fisiche era
in qualche modo associato con una quantità data, con un numero finito
di banconote nelle casseforti da qualche parte.
Il modo in cui si
era passati alla Lira aveva d'improvviso chiarito a tutti da dove
arrivava il denaro, da un computer presso il Ministero delle Finanze che
aveva istantaneamente accreditato milioni di bancomat di miliardi di
nuove Lire. Non erano soldi che il governo aveva prima incassato con i
bonifici e assegni che si erano versati all'Agenzia delle Entrate. Erano
numeri digitati in uno schermo di computer al Ministero, collegato in
modo elettronico tramite i bancomat alle nuove "Carte Digitali in Lire"
(CDL) che tutti i cittadini avevano ora. Il modo in cui il governo
creava queste lire digitali era simile a quello in cui l'Enel o Hera
immettevano elettricità nella rete elettrica nazionale per far girare
poi gli impianti elettrici, l'illuminazione, le TV e il resto.
Riguardo
alle banche quando erogavano ora un mutuo o prestito auto si vedeva
apparire nel proprio cellulare l'ammontare in lire a destra, ad esempio
100mila lire, ma anche a sinistra -100mila lire del debito creatosi e il
saldo netto in lire rimaneva zero, indicando che la banca non aveva
creato vero denaro.
In questo modo diventava chiaro che solo
quando il governo spendeva accreditando di un ammontare le "Carte
Digitali in Lire" (CDL) si creavano lire, cioè in pratica solo quando il
governo spendeva per qualche cosa aumentava la moneta in circolazione.
Questo era diventato tanto più chiaro in quanto, per risollevare dalla
Depressione creata da cinque anni di Austerità dei governi Monti I,
Monti II e Monti III, nell'anno della transizione alla Lira si erano
sospesi metà dei pagamenti dell'Irpef e metà dell'IVA, per cui il
governo aveva incassato solo metà delle tasse che strappavano i
famigerati Monti-Befera. E nonostante questo però, il governo era stato
in grado di accreditare a tutti un ammontare di nuove lire superiori a
quello degli euro che sostituivano
Il governo lanciò un piano di
infrastrutture per 60 miliardi (di euro equivalenti) dalla fibra ottica,
ai parcheggi, alla rete ferroviaria, alle autostrade, alla pulizia
delle coste, ai rigassificatori. La combinazione della spesa per
infrastrutture e la riduzione massiccia delle tasse fece scendere la
disoccupazione dal 22% al 5% ed esplodere il PIL che passò dai -3%
annuali a cui ci si era abitati sotto i governi Monti-Troika UE ad un
+8% superando India, Cina e Brasile e ritornando ad un ritmo di crescita
che l'Italia aveva conosciuto per l'ultima volta nel 1965 (e di cui
avevano memoria ormai solo gli anziani a cui nessuno credeva quando lo
raccontavano).
Avendo imposto una moratoria di un anno su metà
della tassazione tutti gli italiani volenti o nolenti erano stati
costretti a notare che il governo non aveva avuto pur incassano molte
meno tasse il minimo problema a finanziare le spese (come ci si era
sempre sentiti predicare per generazioni falsamente: " se non si fa la
finanziaria, si aumenta l'Iva e la benzina non si saranno i soldi per i
lampioni, le volanti di polizia e il riscaldamento degli ospizi...!").
Passato l'anno di moratoria (in cui le tasse erano state ridotte da 700 a
400 miliardi, in euro equivalenti) dovendo ripristinarne una parte per
evitare ovviamente l'inflazione si aprì un nuovo dibattito sul senso
economico delle tasse. Ora era chiaro a tutti che il governo non aveva
bisogno di raccogliere PRIMA le tasse per poi avere dei soldi da
spendere, era diventato evidente invece che il governo PRIMA spendeva e
metteva in circolazione la moneta, con cui SUCCESSIVAMENTE i residenti
potevano pagare delle tasse. Era insomma ora chiaro che le tasse sono
solo un modo per ridurre la quantità di moneta (immessa nell'economia
dal governo quando spende) in circolazione, in modo che una volta
ottenuta la piena occupazione delle risorse poi non si generasse
inflazione.
Va da sè a questo punto che non aveva quindi alcun
senso per lo stato di indebitarsi nuovamente vendendo a residenti o
investitori esteri BTP che gli costavano un 4-5% l'anno e nel corso di
20 anni facevano raddoppiare il debito iniziale. Lo stato era libero
dalla schiavitù del "debito pubblico", quello strano debito che come si
diceva "è dovuto a noi stessi" cioè che lo stato deve ai cittadini per
poter spendere a loro favore e che poi per ripagare lo costringe a
tassarli sempre di più in un circolo vizioso in cui l'unica cosa certa è
l'accumulo all'infinito di interessi su interessi. In questo modo
invece ora lo stato italiano poteva risparmiare quasi 80 miliardi (di
euro equivalenti) l'anno riducendo quindi anche le tasse ovviamente
dello stesso ammontare
Da questo punto di vista delle tasse, dato
che si voleva che l'economia producesse reddito e occupazione, era ora
più chiaro che non aveva molto senso tassare la produzione annuale di
reddito con imposte come l'irap, irpef e sul valore aggiunto (iva). Era
piuttosto logico tassare alcuni consumi finali di lusso o nocivi per
l'ambiente e la proprietà terriera ed immobiliare il cui valore non
rifletteva alcun input di lavoro, ma un dato geologico. Cioè il valore
del patrimonio immobiliare e terriero oltre ad esser stato gonfiato
negli anni precedenti alla crisi dal credito bancario dipendeva in
generale dalla bellezza naturale dei luoghi e dalla posizione (distanza
dal mare...) e poi dal contesto economico produttivo creato dal lavoro
dell'ingegno applicato. Una tassazione della rendita immobiliare
riduceva le differenze sociali dovute all'accumulo per eredità e alla
fortuna (o connivenza) nella distribuzione delle aree fabbricabili e
inoltre riducendo la convenienza dell'investimento immobiliare come
speculazione sull'incremento di valore toglieva l'incentivo delle banche
a finanziarlo e faceva scendere i prezzi della case con beneficio per
le nuove generazioni.
Tutta questa rivoluzione in Italia generata
dalla transizione alla nuova Lira digitale ovviamente creava sensazione
all'estero, mettendo in difficoltà economisti ed esperti che dovevano
spiegare ora il nuovo "miracolo economico" italiano, sostenuto da una
serie di ampi deficit pubblici e drastiche riduzioni di tasse. Questo
costituiva la ricetta esattamente contraria a quella praticata dai
famigerati governi Monti I, Monti II e Monti III che avevano avuto il
plauso entusiasta della "comunità finanziaria" di Londra, New York e
Francoforte.
I fondi, banche e investitori esteri per un decennio
avevano tenuto ostaggio l'Eurozona attraverso un artificiale "crisi del
debito pubblico" in cui spingevano sempre su il costo del debito greco,
portoghese, irlandese, spagnolo e italiano, rifiutavano di concedere
ristrutturazione del debito quando le nazioni non riuscivano a pagare,
imponevano governi come il famigerato Rajoy in Spagna e Monti in Italia
che spremevano la popolazione e chiedevano di svendere i beni pubblici
di quei paesi per essere ripagati.
Di fronte alla nuova Lira i
"padroni dei bonds" andarono al Ministero delle Finanze a Roma
minacciando che non avrebbero più comprato bonds italiani e questo
avrebbe provocato un crac del debito italiano sui mercati globali. Ma al
Ministero a Roma risposero: " quali bonds ? quali BTP ? Noi non
vendiamo più bonds, perchè mai lo stato italiano deve indebitarsi con
voi ?" E i padroni dei bonds: "Ma noi VOGLIAMO COMPRARE I VOSTRI BONDS!
ABBIAMO BISOGNO DI METTERE IN QUALCHE INVESTIMENTO FINANZIARIO SICURO I
NOSTRI MILIARDI, vogliamo un investimento che paghi ogni anno sempre un
interesse garantito dallo stato .. Noi abbiamo bisogno che voi
emettiate ora dei bonds in Lire !" E al governo italiano risposero: "se
volete investire dei soldi in Italia mettete su un attività, un
business, una fabbrica, una centrale, un servizio di qualche genere, un
villaggio turistico...ha qualche rischio rispetto ad un bonds, ma può
rendere ora che le tasse sono più basse e l'economia gira... Ma non
venite in Italia a pretendere che vi si vendano invece dei BTP. Qui in
Italia ne abbiamo avuto abbastanza del tenervi al sicuro il vostro
denaro e pagarvi anche per questo servizio che vi offrivamo..."
In inglese
Tradotto
Nessun commento:
Posta un commento
Una tua opinione è sempre gradita...o anche un semplice saluto. ;)