Se
l'inattesa dimensione del successo di Beppe Grillo era stata in grado
di mettere in crisi il progetto primigenio (già venduto in Europa e
negli Usa), consistente in una riedizione del governo dell'usuraio di Goldman Sachs sostenuto dal PD di Bersani (o viceversa, gli addendi
possono venire invertiti a piacimento), Napolitano, senza scomporsi
più di tanto, ha dimostrato chiaramente che quando si agisce al di
fuori di ogni regola e di ogni parvenza democratica, tutto ciò che è
uscito dalla porta può rapidamente rientrare dalla finestra.....
Bersani
ha recitato senza sbavature il ruolo dell'utile idiota, impegnato ad
adescare i grillini, nel tentativo di farli cadere in fallo ed
eliminare sul nascere il movimento di Grillo. Rifiutando al tempo
stesso qualsiasi alleanza con gli "impresentabili" del PDL,
insieme ai quali governa da quasi un anno e mezzo nel nome di Monti.
Berlusconi
con altrettanta destrezza si è finto paladino dei cittadini,
preoccupato per l'IMU, la pressione fiscale ed il disatro economico
che si sta impadronendo delle famiglie italiane, grazie alle riforme
da lui stesso votate nel nome di Monti durante l'anno appena
trascorso. E proprio per salvare gli italiani si è manifestato
disponibile a governare insieme al PD, ricevendo da Bersani quella
stessa sfilza di No che Mr. Legacoop aveva collezionato da Grillo.
Mario
Monti saggiamente è rimasto in silenzio, dal momento che Napolitano
gli aveva suggerito di saltare un turno.
Beppe
Grillo è riuscito a resistere a settimane di stalking feroce,
portato avanti da Bersani, da Repubblica, dalla confraternita degli
intellettuali e dalla congrega dei cantautori e solo dopo il
millesimo No indirizzato all'ipotesi di un governo insieme al PD,
sembra che i molestatori abbiano iniziato a recepire il messaggio.
Nonostante
su queste basi non potesse esistere alcun margine di manovra, Bersani
ha comunque portato avanti per una settimana il mandato esplorativo
concesso da Napolitano, relazionandosi con le associazioni dei
consumatori e con quelle ambientaliste, con i sindacalisti, gli
opinionisti, gli economisti, gli attivisti, i ciclisti, gli
automobilisti, i rappresentanti della società civile e, si sussurra,
anche qualche elemento di quella incivile. Alla fine della maratona
è tornato dal presidente per riferire che nonostante tutti questi
dialoghi ogni cosa era rimasta esattamente come prima. Grillo non
avrebbe mai appoggiato un suo governo, lui non avrebbe mai appoggiato
un governo di Grillo, Berlusconi ci sarebbe stato, ma lui non voleva
il PDL perché impresentabile, Monti avrebbe appoggiato chiunque ma
solo sulla base di un'ampia maggioranza. Insomma un vicolo cieco e
nulla più.
Napolitano,
preso atto della situazione, ha realizzato che se la montagna non va
a Maometto, Maometto può sempre andare alla montagna, per tenere
fede alla promessa fatta all'Europa e agli USA.
Se alla
luce dei risultati delle urne diventa impossibile costituire un nuovo
governo, non è necessario rompersi il capo per cercare la quadratura
del cerchio, dal momento che un governo esiste già e poco importa se
non è uscito dalle urne, bensì dal golpe creato da lui stesso nel
2011.
Lunga
vita dunque al governo di Mario Monti, gradito tanto ad Obama, quanto
alla UE, alla BCE ed al FMI, un governo prolifico di riforme e ricco
di saggezza. E proprio per far si che la saggezza non venga a
mancare, ad affiancare il banchiere di Goldman Sachs e questo nuovo
parlamento così poco incline al dialogo, arriveranno anche dieci
"saggi" con il compito precipuo di suggerire le riforme,
nel caso a qualcuno venisse in mente d'interpretare un po' troppo
liberamente la lettera di Draghi e Trichet.
Tutto è
bene quel che finisce bene.
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