Aborto ed eutanasia sono omicidi; la scienza deve darsi dei confini
altrimenti può arrivare a generare mostri. Nel suo libro "Sobre cielo y
terra", Bergoglio non usa mezzi termini.
A giudicare dal suo libro del 2011 "Sobre cielo y terra", le posizioni
del nuovo papa argentino sui temi bioetici sono in piena sintonia con
quelle del suoi predecessori. Ecco alcuni passaggi significativi.
Eutanasia. «La morale cattolica dice che si deve fare quanto è
necessario - le cose ordinarie - per chi è al termine della vita. La
qualità della vita deve essere assicurata. Il potere dei medici, nel
caso dei malati terminali, non è fondamentalmente nel far vivere tre
giorni o due mesi più a lungo, ma nell'assicurare che l'organismo soffra
il meno possibile. Non si è obbligati a prolungare la vita con mezzi
straordinari: questo può andare contro la dignità della persona.
L'eutanasia è una cosa differente, è uccidere. Io credo che oggi vi sia
una eutanasia nascosta. Il servizio sanitario paga fino a un certo
livello di terapia e poi dice: che Dio abbia cura di te. Una persona
anziana non è curata come dovrebbe e finisce in un mucchio di scarti.
Talvolta ai malati sono tolte le medicine e le cure ordinarie e questo
li uccide.
Nella morale cattolica nessuno è obbligato a usare mezzi straordinari
per stare meglio. Stiamo parlando di aggrapparsi a una vita che sappiamo
non essere più una vera vita. Finché una guarigione è possibile, noi
facciamo tutto quanto si può. Ma è corretto usare mezzi straordinari
solo se c'è speranza di guarigione».
Aborto. «Il problema morale dell'aborto è di natura pre-religiosa
perché il codice genetico è scritto in una persona al momento del
concepimento. Siamo di fronte a un essere umano. Io separo il tema
dell'aborto da qualsiasi specifica nozione religiosa. E' un problema
scientifico. Non consentire lo sviluppo di chi ha già tutto il codice
genetico di un essere umano non è etico. Il diritto di vivere è il primo
fra i diritti umani. Abortire vuol dire uccidere qualcuno che non può
difendersi».
Scienza. «La scienza ha una sua autonomia che deve essere
rispettata e incoraggiata. Noi non dobbiamo interferire con l'autonomia
degli scienziati. A meno che - e questo è il punto - essi non superino i
limiti del loro campo ed entrino nella trascendenza. La scienza è,
fondamentalmente, uno strumento per attuare il comandamento di Dio che
dice "crescete, moltiplicatevi e dominate il mondo". Con la sua
autonomia, la scienza trasforma un mondo senza cultura in un mondo con
una cultura. Ma dobbiamo fare attenzione. Quando la scienza è
inconsapevole dei propri limiti ed esce dai suoi confini, le sue
creazioni possono sfuggirgli dalle mani. Questa è la storia di
Frankenstein».
Forse qualcuno dovrebbe regalare al papa il dvd del film "Frankenstein Junior", così si preoccuperebbe di meno.
Carlo Troilo, Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica
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