08 dicembre 2012

Atene, la barbarie del rigore: in Parlamento con la pistola

Massacra un popolo, affamalo, gettalo nella disperazione e poi goditi lo spettacolo: come minimo salterà fuori un fanatico neonazista, pronto a ricorrere al terrorismo di massa. E’ quello che sta accadendo in Grecia, l’area-test degli esperimenti su esseri umani condotti dall’Europa di Angela Merkel e Mario Draghi. Le cavie sono i greci, costretti a frugare nella spazzatura per via di un debito esploso dietro incoraggiamento delle stesse oligarchie finanziarie che ora salgono in cattedra a impartire lezioni di economia. Dettaglio atroce: il popolo-cavia è quello che, 2500 anni fa, fondò la democrazia nutrita di filosofia da cui ebbe origine la stessa civiltà occidentale, quella che oggi in Europa precipita nella barbarie miserabile dei debiti sovrani, scambiando la moneta per il tesoro privato di qualcuno. Risultato: “Alba Dorata” spaventa la Grecia, minaccia gli immigrati, spedisce in Parlamento deputati armati di pistola.
Razzismo, xenofobia e violenza: è il capolavoro ottenuto in pochi mesi dagli apprendisti stregoni di Bruxelles, Berlino e Francoforte. Terzo mondo: bambini denutriti, ospedali senza medicine, stipendi tagliati, scarsità di cibo, panico sociale generalizzato. E tutto questo avviene sotto la minaccia quotidiana dei neonazisti: due deputati, racconta Francesco De Paolo sul “Fatto Quotidiano”, si sono presentati ai portoni del Parlamento armati di pistola. Sono stati fermati dal metal detector. Il portavoce del partito, Ilias Kasidiaris, si era rivolto in rete ai suoi militanti, per spiegare che era giunto il momento di “approfittare” dei diritti concessi dallo status di deputati: «Ora potremo portare pistole legalmente e non saremo arrestati sul luogo dei fatti se c’è un incidente. Questo ci permette di sentirci più tranquilli rispetto alle nostre azioni». Lo stesso Kasiriadis, aggiunge De Palo, era stato al centro pochi giorni prima di un voto del Parlamento proprio per spogliarlo dell’immunità, perché indagato per un furto a mano armata nel 2007.
E questa è solo la vetta dell’iceberg: «Il partito – continua il “Fatto” – ha deciso di creare un’associazione di medici solo per cittadini greci, chiamandola “Medici con frontiere”, in aperta polemica con le ben più nota “Medici senza frontiere” che da anni opera in tutto il mondo per curare ammalati, senza distinzioni di sesso, razza o religione», come invece “Alba Dorata” intende fare, distribuendo intanto aiuti materiali ai soli cittadini ellenici. Per questo, il ministro della salute Andreas Lykourentzos ha sottolineato che l’assistenza sanitaria delle associazioni di volontariato sono offerte a tutti, «al popolo greco, così come ai cittadini di paesi terzi che sono nel bisogno e nella sofferenza». Nell’ultimo trimestre, i membri di “Alba Dorata” sono anche arrivati a minacciare controlli negli ospedali pubblici per «buttare fuori gli stranieri a dare il loro posto ai cittadini greci».
Della condotta del partito, aggiunge De Palo, ha fatto le spese un’insegnante dell’isola di Cefalonia, che in occasione della festa nazionale greca dello sorso 28 ottobre, aveva “osato” far scrivere agli alunni alcune preghiere in lingua greca ma anche in lingua albanese, al fine di favorire l’integrazione della folta comunità albanese che vive da anni in Grecia. Risultato: l’insegnante è stata trasferita, nell’incredulità generale. Ora, insieme all’Onu, anche la Commissione Europea – prima responsabile della catastrofe sociale greca – ha aperto un “dossier” sul caso, per «valutare quali e quanti provvedimenti intraprendere contro queste forme di razzismo perpetrate dall’interno delle istituzioni», dal momento che il partito filonazista è presente da maggio nel Parlamento ellenico: vi entrò con oltre il 7% dei voti, ma ora – stando ai sondaggi – i consensi sarebbero almeno raddoppiati. Ma non c’è da preoccuparsi: per fortuna, ora Bruxelles “provvederà”.

LIbre

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