Il primo dicembre ha fatto il suo debutto il nuovo aereo da guerra
Neuron, il primo apparecchio senza pilota progettato per attaccare e
ammazzare senza essere visto. Un progetto in cui Finmeccanica ha il 22
per cento, finanziato anche con denaro pubblico. Sì, quello tolto
all'istruzione, agli ospedali e alle pensioni.
Da L'Espresso (3 dicembre 2012)
Il futuro della guerra è decollato nel primo giorno di dicembre. Si
chiama Neuron ed è il primo aereo robot progettato per il
combattimento: un pipistrello cibernetico destinato a bombardare
senza bisogno di piloti. Un programma francese, a cui si sono uniti
altri paesi europei: prima fra tutti l'Italia, con Alenia-Aermacchi
del gruppo Finmeccanica.
Negli ultimi dieci anni i droni sono diventati i protagonisti
della lotta contro il terrorismo. Velivoli americani che colpiscono
in tutti i continenti, ricevendo gli ordini da basi negli Stati
Uniti. L'amministrazione Obama li ha trasformati nel fulmine delle
operazioni contro le basi di Al Qaeda, creando un nuovo modo di
fare la guerra: la morte viene decisa in diretta a migliaia di
chilometri di distanza, agendo su una consolle identica a quella
dei videogiochi.
Finora però per queste missioni venivano utilizzati aerei robot
nati per la ricognizione: i Predator, con missili terra-aria o
bombe di precisione piazzati sotto le lunghe ali. Adesso invece
l'Europa si prepara a scendere in campo con un sistema progettato
per colpire e distruggere.
Il Neuron è decollato per la prima volta da una base del Sud della
Francia sabato scorso. La francese Dassault è responsabile di metà
del programma, seguita da Finmeccanica con il 22 per cento e quote
minori di aziende svedesi, svizzere, greche e spagnole.
E' il primo prototipo di robot volante nato per compiere raid,
attaccando bersagli in quel network di automi da guerra che
domineranno i conflitti dei prossimi decenni. scambiando
costantemente dati tra loro.
I droni ricognitori - nello spazio, in cielo e in terra -
acquisiranno informazioni e video, trasmettendole ai
robot-esecutori: i comandanti resteranno in bunker della
madrepatria, limitandosi a controllare e dare l'ordine finale che
scatenerà attacchi ovunque.
Il Neuron è il primo prototipo di robot-killer volante.
Invisibile ai radar, grazie alla struttura e ai materiali che
assorbono le emissioni elettromagnetiche, e emette pochissimo
calore, sfuggendo a sensori e missili all'infrarosso.
Trasporterà le sue armi in una stiva, in modo da essere ancora
più 'stealth' e non tradire la sua vocazione guerriera sin dal
decollo: un aspetto importante quando i bombardieri robot devono
operare da piste di paesi terzi, spesso neutrali rispetto ai luoghi
da colpire. I governi 'amici' potranno così nascondere la reale
natura delle operazioni e limitarsi ad autorizzare voli di
ricognizione.
Inoltre, particolare inquietante, potrà «individuare i bersagli
in modo autonomo». Insomma, il primo passo verso un robot quanto
più indipendente dalle decisioni umane, con i piloti che si
limiteranno a confermare le scelte della macchina e schiacciare il
pulsante che sgancia le bombe.
Il Neuron, con un'apertura alare di 9 metri e mezzo e pesante poco
meno di 7 tonnellate, volerà a 980 chilometri l'ora con
un'autonomia di almeno otto ore, quanto basta per pattugliare e
colpire in territori vastissimi.
Il programma è costato finora 400 milioni di euro, novanta dei
quali a carico di Finmeccanica che ha ricevuto finanziamenti
pubblici per questa sperimentazione. E proprio in Italia nei
prossimi mesi verranno provate le capacità di attacco del
velivolo: nel poligono sardo di Perdasdefogu, uno dei pochi in
Europa per i test di combattimento.
Giuseppe Giordo, amministratore delegato di Alenia-Aermacchi, ha
dichiarato: «Siamo molto orgogliosi di questo risultato storico
per l'industria europea». E ha descritto l'impegno della compagnia
di Finmeccanica nello «sviluppo tecnologico degli aerei senza
pilota in grado di realizzare complesse missioni in modo autonomo,
che costituiscono la nuova frontiera del volo». Anche se ne nessun
paese finora ha definito chiaramente le norme che devono regolare
questi bombardamenti telecomandati.
L'Italia dispone già di drone in grado di compiere attacchi - i
Predator B acquistati dagli Usa - che però compiono solo missioni
di ricognizione in Afghanistan controllate da una base pugliese: le
nostre leggi infatti non prevedono attacchi robot. E persino negli
Stati Uniti la scorsa settimana il Congresso ha chiesto alla Casa
Bianca di definire le procedure per queste incursioni, che hanno
creato già una lunga crisi diplomatica con il Pakistan.
Nessun commento:
Posta un commento
Una tua opinione è sempre gradita...o anche un semplice saluto. ;)