04 gennaio 2013

Bollettino di guerra



Violenza sulle donne: nuovo massacro a Como.
E’ ora ricoverata in ospedale la donna che ieri notte è stata aggredita dal marito a Como. L’uomo l’ha letteralmente massacrata procurandole gravi lesioni craniche.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, si è presentato agli agenti con lacerazioni sul collo ed ha raccontato di essere stato aggredito dalla moglie alle ore 23 della scorsa notte. A questo punto la lite sarebbe degenerata e l’uomo avrebbe reagito con calci e pugni, colpendola alla testa e causandole una frattura cranica e facendola cadere in stato di coma.
La donna sarebbe stata soccorsa rapidamente dal 118, dopo le numerose telefonate ricevute, e trasportata con l’elisoccorso all’ospedale di Gravedona , dove è ricoverata tutt’ora e si trova ancora in stato di coma. L’aggressore è ora in stato di fermo e avrebbe riportato numerose lacerazioni sul collo, provocate dalla lite con la consorte.
I vicini confermano che i rapporti coniugali tra i due erano diventati burrascosi e avvertivano liti furiose.
Ma non è finita:
Le spezza le ossa saltandole addosso, massacrata davanti a figlioletto e suocera
E’ stato arrestato a Lecce l’uomo che dopo aver buttato a terra in camera da letto la compagna, le ha provocato lesioni gravissime. L’aggressore fermato da un vicino di casa
Il suo compagno, diventato il suo incubo, è stato arrestato e portato in carcere. E’ finito così il calvario di una giovane donna che lo scorso 16 novembre era stata ricoverata d’urgenza all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per le gravissime lesioni riportate a seguito dell’aggressione da parte del suo convivente. In quell’occasione, la donna era giunta al pronto soccorso con una frattura pubica bilaterale e dell’ala sacrale sinistra, nonché la rottura del femore in tre parti ed una lesione della vescica, giudicata guaribile in 130 giorni.
La vittima avrebbe raccontato al personale della squadra mobile che a seguito di un litigio avvenuto in casa, il suo convivente B. A., 33 anni, l’avrebbe spinta in camera da letto e dopo averla fatta cadere per terra , avrebbe iniziato a saltare sopra il suo corpo, calpestandola con una violenza inaudita. A nulla erano serviti i pianti del figlioletto di 5 anni e l’invito disperato a fermarsi della madre della donna presente in quel momento in casa. L’aggressore si era fermato solo dopo aver ridotto quasi in fin di vita la propria compagna che, grazie all’intervento di un vicino di casa, attratto dalle urla, veniva accompagnata al pronto soccorso.
Agli investigatori, la sorella della vittima avrebbe raccontato che le percosse e gli atti intimidatori duravano da tempo solo che la donna non aveva mai trovato il coraggio di denunciarle per timore di ulteriori ripercussioni.

Se questa non è guerra ditemi voi cos’è….
E crescono il dolore, lo sdegno e la preoccupazione, ma si avvertono anche segni di rassegnazione. 
Non ce lo possiamo permettere!
E' necessario che chi ha responsabilità pubbliche e istituzionali faccia tutto quanto è in proprio potere per fermare questa guerra. Necessario quanto smettere di giudicare le donne e non i loro assassini. In India gli avvocati si rifiutano di difendere gli imputati di stupro, vogliamo essere da meno?

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