Violenza sulle donne: nuovo massacro a Como.
E’ ora ricoverata in ospedale la donna che ieri notte è
stata aggredita dal marito a Como. L’uomo l’ha letteralmente massacrata
procurandole gravi lesioni craniche.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, si è presentato
agli agenti con lacerazioni sul collo ed ha raccontato di essere stato
aggredito dalla moglie alle ore 23 della scorsa notte. A questo punto la lite
sarebbe degenerata e l’uomo avrebbe reagito con calci e pugni, colpendola alla
testa e causandole una frattura cranica e facendola cadere in stato di coma.
La donna sarebbe stata soccorsa rapidamente dal 118, dopo le
numerose telefonate ricevute, e trasportata con l’elisoccorso all’ospedale di
Gravedona , dove è ricoverata tutt’ora e si trova ancora in stato di coma.
L’aggressore è ora in stato di fermo e avrebbe riportato numerose lacerazioni
sul collo, provocate dalla lite con la consorte.
I vicini confermano che i rapporti coniugali tra i due erano
diventati burrascosi e avvertivano liti furiose.
Ma non è finita:
Le spezza le ossa saltandole addosso, massacrata davanti a
figlioletto e suocera
E’ stato arrestato a Lecce l’uomo che dopo aver buttato a
terra in camera da letto la compagna, le ha provocato lesioni gravissime.
L’aggressore fermato da un vicino di casa
Il suo compagno, diventato il suo incubo, è stato arrestato
e portato in carcere. E’ finito così il calvario di una giovane donna che lo
scorso 16 novembre era stata ricoverata d’urgenza all’ospedale “Vito Fazzi” di
Lecce per le gravissime lesioni riportate a seguito dell’aggressione da parte
del suo convivente. In quell’occasione, la donna era giunta al pronto soccorso
con una frattura pubica bilaterale e dell’ala sacrale sinistra, nonché la
rottura del femore in tre parti ed una lesione della vescica, giudicata
guaribile in 130 giorni.
La vittima avrebbe raccontato al personale della squadra
mobile che a seguito di un litigio avvenuto in casa, il suo convivente B. A.,
33 anni, l’avrebbe spinta in camera da letto e dopo averla fatta cadere per
terra , avrebbe iniziato a saltare sopra il suo corpo, calpestandola con una
violenza inaudita. A nulla erano serviti i pianti del figlioletto di 5 anni e
l’invito disperato a fermarsi della madre della donna presente in quel momento
in casa. L’aggressore si era fermato solo dopo aver ridotto quasi in fin di
vita la propria compagna che, grazie all’intervento di un vicino di casa,
attratto dalle urla, veniva accompagnata al pronto soccorso.
Agli investigatori, la sorella della vittima avrebbe
raccontato che le percosse e gli atti intimidatori duravano da tempo solo che
la donna non aveva mai trovato il coraggio di denunciarle per timore di
ulteriori ripercussioni.
Se questa non è guerra ditemi voi cos’è….
E crescono il dolore, lo sdegno e la preoccupazione, ma si
avvertono anche segni di rassegnazione.
Non ce lo possiamo permettere!
E' necessario che chi ha responsabilità pubbliche e
istituzionali faccia tutto quanto è in proprio potere per fermare questa guerra. Necessario quanto smettere di giudicare le donne e non i
loro assassini. In India gli avvocati si rifiutano di difendere gli imputati di stupro, vogliamo essere da meno?
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