Il 24 e 25 febbraio un gruppo consistente di
candidati al senato ed alla camera cercherà di farsi votare da milioni di
italiani promettendo un nuovo governo ed il migliore dei mondi possibili. Così i
vari salvatori dei conti bancari e del riequilibrio classista a garanzia della
accumulazione capitalista si ergeranno per un momento a paladini della
democrazia e della salvezza nazionale.
Un teatro dell'assurdo messo in scena dalle
borghesie italiche, di cui ridere se non fossimo in una fase così tragica,
grazie alla macelleria sociale fatta dai provvedimenti liberticidi ed autoritari
dal governo Monti, sostenuto dai due terzi del parlamento e prima di lui dalle
politiche liberiste berlusconiane ed un po' piddine che hanno ridotto alla
povertà milioni di lavoratori e di pensionati, da sempre oggetto delle scelte
classiste della borghesia finanziaria salita al potere nella fase liberista del
capitalismo.
Ma il controllo mediatico ed il supporto che
questo sta offrendo alla cricca politica è necessario per salvare almeno
qualcosa della suggestione di una democrazia parlamentare che, pure rimanendo
strumento del dominio della borghesia sul proletariato, si è profondamente
modificata nel corso degli anni e sta avendo una svolta decisa nella costruzione
delle nuove linee politiche di gestione autoritaria imposta dalla grande
borghesia.
Si chiede di votare, mentre i lavoratori sono
esclusi da ogni possibilità di partecipazione democratica sui luoghi di lavoro,
mentre contratti farsa li escludono da ogni pratica collettiva, mentre la
distruzione dello stato sociale vede coinvolti i soggetti del potere, dalla
chiesa cattolica a tutte le forze parlamentari fino a certi poteri mafiosi
desiderosi di investire il loro denaro, mentre sul territorio le opere di
devastazione ambientale continuano ed i cittadini che vi si oppongono vengono
repressi dalle forze di polizia, pensionati alla fame e lavoratori alla
disperazione per la perdita del posto di lavoro e del reddito non hanno oggi
nessuna possibilità di rappresentanza politica attraverso i passaggi della
formalità democratica parlamentare.
Le classi subalterne in mancanza di un forte
antagonismo sociale e rivoluzionario sono escluse e irrappresentabili
dall'autoritarismo del capitale, che su di loro scarica i costi sociali della
ristrutturazione in atto. Il rianimarsi di una destra comunista e il populismo
infarcito di buoni propositi e di buoni sentimenti, che si propongono come
referenti istituzionali di forme di resistenza, incapaci di uscire dalla
ambiguità del seggio parlamentare e dal desiderio di rappresentare, non riescono
ad offrire una opzione politica reale ma sembrano solo tristi ed inutili
approcci, che non faranno altro che contribuire al proprio ruolo ormai da tempo
scritto nel copione della borghesia capitalista.
Oggi più che mai è superfluo ogni approccio
elettoralistico alla questione politica. Le linee tracciate a livello europeo
dal potere capitalistico, dalla borghesia finanziaria, non lasciano nessuno
spazio di manovra, nessun parlamento è in grado oggi di modificare le politiche
classiste ed antioperaie che si sono abbattute sulle popolazione di tutto il
mondo, imbonitori di destra e di presunte sinistre, attenti come sono alla
conquista di ambite poltrone, non si preoccupano troppo di rappresentare una
alternativa alla barbarie che avanza. Le cose che contano, il potere del denaro,
il potere della chiesa cattolica, il potere mafioso sono intoccabili colonne del
sistema reale su cui si sorregge il potere. La crescita da tutti invocata
continua ad essere quella dei profitti e della disuguaglianza, quella dello
sfruttamento e dell'impoverimento delle risorse umane, materiali e naturali di
questo paese a profitto dei soliti pochi.
Nel quadro della ridefinizione dei poteri
costituenti che in Europa hanno tracciato le linee di intervento e di caduta del
controllo politico e sociale - e le politiche del governo Monti ne sono
l'espressione più autentica per quanto riguarda l'Italia - le differenziazioni
che appaiono nella distinzione tra i partiti sono solo una operazione di
marketing in vista delle elezioni, della serie a ciascun elettore il suo,
salvando la sostanza autoritaria ed un po' fascista del nuovo corso della
accumulazione.
La vera lotta è stata e sarà rivolta contro le
classi subalterne, costrette in una situazione di impossibilità di risposta
collettiva, ancora alla conquista di uno spazio politico che non potrà mai
arrivare dai seggi parlamentari, ma che ancora una volta nella storia deve
svilupparsi dagli interessi concreti degli sfruttati.
Per riappropriarci di un punto di vista autonomo,
di classe, fuori dalle compatibilità sistemiche, per riprendere attraverso la
lotta di classe il diritto ad immaginare una società per noi, comunista e
libertaria, resistendo ora agli attacchi del capitale ed alle sirene del
formalismo democratico.
Oggi più che mai è utile ribadire la posizione
autonoma e di classe dei comunisti libertari, il non cedere a chi ci vuole
attori di uno spettacolo che non ci appartiene, dove l'agenda Monti, o il
pareggio di bilancio in costituzione sono lì a dimostrare l'intoccabile quadro
espresso dal potere reale.
Potere da minare alle fondamenta, senza
scorciatoie e illusioni, costruendo percorsi di rappresentanza e di
vertenzialità non istituzionali a partire dai bisogni concreti, attraverso
l'unità di classe, riappropriandoci degli strumenti del sindacalismo
conflittuale, difendendo i diritti, primo fra tutti quello a un lavoro degno,
territorio per territorio, contro la barbarie sociale e la devastazione,
rifiutandoci di pagare i costi di miseria e disperazione. Smascherando chi
descrive altri lavoratori, ancora più ricattati di noi, come nostri nemici, qui
o altrove, in Europa come in Cina, e chi ci descrive tutti, padroni come
lavoratori, nella stessa barca, ostaggio di poteri talmente lontani da non poter
essere combattuti.
La crisi non la può contrastare chi l'ha creata,
e chi se ne avvantaggia: solo il protagonismo di ciascuno e di ciascuna di noi,
e la capacità di riconoscere nelle singole lotte, dai quartieri alle fabbriche,
dalle scuole all'antifascismo, un pezzo della società più giusta e più libera
che vogliamo per tutti potrà portare alla costruzione reale dell'alternativa
libertaria. E per questo non c'è tempo di elezioni che tenga.
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