Dopo mesi di stop & go e
alti moniti del Colle, il Parlamento non è riuscito a trovare una Legge
Elettorale in grado di soddisfare i partiti e – solo in seconda istanza –
dare la possibilità agli elettori di scegliere i propri parlamentari e
magari non regalare a muzzo un premio di maggioranza eccessivamente
generoso alla coalizione vincente.
Con l’obiettivo di aiutare i nostri venturi rappresentanti a riscrivere nuove regole, Valigia Blu
ha deciso di proporre una pratica guida alle leggi elettorali
alternative a quella vigente, così da poter urlare loro in faccia, a
parlamento eletto, un verace “E mo' non avete più scuse, belli miei”.
La legge Sentiment:
Privati del libero esercizio del voto, gli elettori potranno esprimere
indirettamente le proprie preferenze sui social network esternando
giudizi sui diversi candidati che verranno poi tracciati e
contabilizzati da alcuni Data Specialist. I tweet, i like, le pinnate su Pinterest verranno registrati come Sentiment,
analizzati attentamente su moderni applicativi Excel e dunque
sciorinati su Slideshare e riprodotti proporzionalmente in fase di
distribuzione dei seggi in Parlamento. Gli estensori della norma
consigliano Chrome e Safari.
La legge Safari:
Nel
caso in cui nessuna coalizione sia riuscita a raggiungere il 50% delle
preferenze, i capilista dei seggi sparsi per il Paese saranno invitati a
presentarsi il prima possibile presso l’Hotel Kwane Ngubu di Gaborone
(Botwsana) e prendere parte giorno primo marzo a un self-drive nelle
riserve dell’Africa australe. A quel punto il presidente della
Repubblica, di concerto col Ministero degli Interni, sarà invitato a
scegliere le date per una nuova finestra elettorale.
La legge Caos:
La legge Caos offre di diritto la possibilità di guadagnare i due terzi
dell’intero parlamento nel caso in cui, in fase di giuramento
dell’esecutivo, dal Giappone giungano notizie certe e ben documentate
del battito d’ali di una farfalla. In caso contrario verrà comunque
applicata la vigente legge calmierata da un giudice di linea del
campionato di calcio di simpatie socialiste.
La legge Carmelo:
La legge Carmelo convalida come doppia ogni preferenza espressa nei confronti
di qualsiasi candidato di nome Carmelo. A scrutinio concluso, le schede
Carmelo verranno espunte e divise in base alla coalizione
d’appartenenza del Carmelo scelto, quindi ricalcolate su base decimale e
usate come base di partenza per l’assegnazione dei seggi della Camera.
Diverso il calcolo al Senato, dove l’elevata presenza di Carmelo
nell’UDC avrebbe avvantaggiato eccessivamente il partito presieduto da Pierferdinando Casini.
La legge Sorpresa:
Come
si evince dal nome, la Legge Sorpresa – come le ‘Pizze dello chef’ –
non garantisce norme certe e tende ad alterare fortemente il risultato
effettivo delle urne. Meglio nota come “Legge Burla”, è la stessa che ha
trovato applicazione in seno all’assemblea del Pd nel giorno in cui si è
dovuto scegliere per figure come Bindi e Finocchiaro nelle liste di
Reggio Calabria e Taranto. Alla coalizione definita vincente, oltre che
la maggioranza del Parlamento, anche l’usufrutto di Alsazia, Lorena e
Approdo del Re.
La legge Soppalco:
Basata
su un sistema maggioritario uninominale a doppio turno, la legge Soppalco
mette in palio 577 seggi e premia la coalizione che raggiunge la
maggioranza assoluta delle preferenze. Pensata per una stabile
governabilità e per ‘sfrondare le ali’ politiche rappresentate dalle
formazioni estreme, la Legge Soppalco obbliga il Presidente del
Consiglio e il Ministro dei Lavori Pubblici a camminare su un paio di
trampoli – il medesimo per entrambe le cariche.
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