Auschwitz………è completamente diverso e non si è
emotivamente preparati. Quando arrivai c’erano delle ragazze e dei ragazzi che
uscivano in un mare di lacrime. Pensavo fossero eccessivamente sensibili. Non
era così. Ad Auschwitz si respira un’aria di sofferenza, un dolore che sembra
non avere fine. Non è solo nell’atteggiamento delle persone, non è nel macabro
museo e nemmeno in quelle pareti piene zeppe di nomi che erano diventati solo
dei numeri……….è nei muri, nell’aria che si respira. Ricordo che quel giorno c’era vento, era in arrivo un
po’ di pioggia (giornata ideale per certe visite ahimè), entrata in una baracca
un colpo di vento ha fatto chiudere di colpo la porta. C’erano altre persone,
le avevo viste, ma son stata colta da un panico inspiegabile, non riuscivo più
ad aprire quella porta, mi mancava l’aria, una mano che si posò sulla spalla mi
fece spaventare al punto da gridare……..
Penso spesso a quell’episodio,
ne ho un ricordo indelebile, a maggior ragione oggi , che i media bombardano di
film e documentari e si organizzano treni della memoria (gente che va senza
sapere cosa l’aspetta). E penso che è una memoria corta, è una memoria che non
insegna a prevenire o ad evitare, ma spesso e tragicamente suggerisce. E' il giorno dove tutti gridano “orrore”, il giorno in cui tutti si
chiedono perché e come può l’uomo arrivare a tanto mentre ci sono altri uomini
pronti a fare le stesse cose.
Tragico, pauroso, triste, orrendo….tutti gli aggettivi vanno
bene per ricordare quella pagina di storia…ma sono gli stessi aggettivi che
usiamo ancora, ogni giorno, davanti alle notizie che ci arrivano dal mondo
attuale, quello di questo secolo civilizzato e progredito.
Conosciamo tutti molto bene le storie odierne, sappiamo
quanto l’ambizione possa mettere a rischio il benessere e la vita stessa di
altre persone, nascondendo le vere intenzioni con motivazioni di difesa della
patria o politiche. Sappiamo tutti molto bene quanto siano violati
quotidianamente i diritti umani nonostante tutte le nazioni cosiddette “civili”
abbiano sottoscritto un documento come la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.
Non dico che non sia giusto ricordare, ma sarebbe più giusto
e importante imparare. Ricordare che il nazismo e il fascismo sono culture
assassine è basilare, visti i recenti rigurgiti, ma bisognerebbe anche fare in
modo di non ripetere gli stessi errori, altrimenti ricordare diventa un esercizio
di pura ipocrisia.
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