17 gennaio 2013

Ingabbiare le vittime è più semplice che controllare i carnefici.



Ci risiamo. Altre due fresche notizie di stampa:



Poi sul Corriere della sera ho letto un discreto editoriale di Alesina e Giavazzi sulla questione femminile che si interroga sulle riforme necessarie e sul cambio di mentalità altrettanto necessario se non prioritario.

Ecco, quello che mi aspetterei è che le parole di quell’articolo, che non sono tanto diverse  da quelle che le donne ripetono da sempre, fossero riprese da qualcuno, che ci fosse un impegno serio in questa direzione, che si smettesse di parlare e di cercare la colpa dove non c’è per trovare una soluzione vera e definitiva…..

….e invece…..

Invece c’è l’affermazione di un dotto procuratore di Bergamo che, da saggio padre di famiglia, ha suggerito alle donne della sua provincia di starsene a casa la sera, perché nel buio si nascondono i mostri e perché lo Stato nulla può.

Come dire: invece che controllare i carnefici ingabbiamo le vittime.

Che ci sia un filo non troppo sottile che lega il procuratore di Bergamo al parroco ligure che accusava le donne, vittime di maltrattamenti stupri e femminicidi, di esserselo cercate è evidente. Come altrettanto evidente è il fatto che questo signore non è molto informato perché, in quanto a violenza, il luogo meno sicuro per una donna italiana è la casa.

Con quelle parole ha semplicemente confermato, se ancora ce n’era bisogno, che le istituzioni hanno abdicato e che la legge della foresta si è impadronita del paese. Se lo Stato non è in grado di mettere i suoi cittadini su un piano di eguaglianza (e non parlo di eguaglianza economica) indipendentemente da sesso, età, etnia e credenza ideologica o religiosa vuol dire che ha abdicato e che deve rassegnare le dimissioni.

Altrimenti che ci sta a fare...?

Riporto un commento di L'ANTIFASCISTA: "Eh no, caro Procuratore, sono i cazzi che non dovrebbero uscire mai da soli, ma sempre accompagnati da un portatore sano di intelligenza ..."

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