Ci risiamo. Altre due fresche notizie di stampa:
Più a nord, a Torino, con l’esimente di una depressione e di
una preoccupazione per il futuro, un
uomo di 77 anni ha ucciso a martellate la moglie e la figlia disabile. Per
essere sicuro poi di aver portato a termine l’opera, ha usato anche un
coltello.
Poi sul Corriere della sera ho letto un discreto
editoriale di Alesina e Giavazzi sulla questione femminile che si interroga
sulle riforme necessarie e sul cambio di mentalità altrettanto necessario se
non prioritario.
Ecco, quello che mi aspetterei è che le parole di quell’articolo,
che non sono tanto diverse da quelle che
le donne ripetono da sempre, fossero riprese da qualcuno, che ci fosse un
impegno serio in questa direzione, che si smettesse di parlare e di cercare la
colpa dove non c’è per trovare una soluzione vera e definitiva…..
….e invece…..
Invece c’è l’affermazione
di un dotto procuratore di Bergamo che, da saggio padre di famiglia, ha
suggerito alle donne della sua provincia di starsene a casa la sera, perché nel
buio si nascondono i mostri e perché lo Stato nulla può.
Come dire: invece che controllare i carnefici ingabbiamo le
vittime.
Che ci sia un filo non troppo sottile che lega il
procuratore di Bergamo al parroco ligure che accusava le donne, vittime di
maltrattamenti stupri e femminicidi, di esserselo cercate è evidente. Come altrettanto
evidente è il fatto che questo signore non è molto informato perché, in quanto
a violenza, il luogo meno sicuro per una donna italiana è la casa.
Con quelle parole ha semplicemente confermato, se ancora ce
n’era bisogno, che le istituzioni hanno abdicato e che la legge della foresta
si è impadronita del paese. Se lo Stato non è in grado di mettere i suoi
cittadini su un piano di eguaglianza (e non parlo di eguaglianza economica)
indipendentemente da sesso, età, etnia e credenza ideologica o religiosa vuol
dire che ha abdicato e che deve rassegnare le dimissioni.
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