Giuseppe Burgarella, è uno storico sindacalista resistente della CGIL di Trapani.
Aveva denunciato l'uso spalmato del pizzo nei cantieri edili e poi la
presenza di Cosa Nostra negli appalti del cemento armato; perciò aveva
dovuto vivere sotto scorta, allora era segretario della federazione
provinciale edili.
Aveva 61 anni.
Una settimana fa s'è ammazzato.
Da tempo era senza lavoro.
Senza dignità.
Certo, come tanti, che questo Stato criminale con la Costituzione si pulisce il culo, l'ha fatta finita.
Si è messo una corda al collo e si è impiccato nel giardino di casa.
Era di domenica mattina.
Sotto il maglione aveva una busta sigillato, dentro un biglietto datato
primo febbraio 2013: "44 giorni di lavoro dal 2010 ad oggi, ma oggi ho
trovato un impiego, per sempre."
Nel suo ultimo intervento alla assemblea del direttivo degli edili aveva
detto: "Dobbiamo suicidarci tutti per far capire quanto grave sia la
crisi che stiamo vivendo?"
In passato aveva scritto anche a Napolitano e Camusso.
In casa ha lasciato la copia della Costituzione, gliel'aveva regalata la
CGIL il 25 aprile scorso: c'erano, sottolineate ed evidenziate le frasi
sul diritto al lavoro, alla dignità della persona, alla libertà,
sicurezza sociale, felicità...
Insieme alla copia della Carta, l'elenco minuzioso di tutti i suicidi
per disperazione economica degli ultimi due anni in Italia, accompagnati
dai ritagli di cronaca dei giornali.
Giuseppe s'è ammazzato una settimana fa, ma i pennivendoli che scrivono
per raccontare qualsiasi puttanata hanno fatto finta di nulla.
In periodo elettorale meglio non farle passare notizie così.
Si rovina il clima di "oggi le comiche" e anche se in minima misura,
vista la coglionaggine ormai cronica e clinica/cinica degli italiani, il
suicidio per impiccagione di un disoccupato infastidisce le greggi che
tanto stanno facendo per rivotare l'identico disastro di sempre.
Giuseppe aveva scritto a Napolitano.
Ma questo tizio che impersona a sua insaputa il Presidente della
Repubblica, non si è mai interessato dei cittadini italiani, anzi, il
suo compito è sempre stato, nei suoi 40 anni di zombificazione
partitica, fare combutta con i poteri forti e il fascismo mascherato da
buonismo burattino.
Per Napolitano è molto più importante ottenere, il più presto possibile,
la distruzione delle intercettazioni mafiose tra lui e certa feccia,
impedendo a noi di sapere di che schifo si parla dai telefoni del Colle,
calpestando il diritto della difesa di Ciancimino jr di essere ammessa
all'ascolto di quanto si dicevano i mammasantissima, truccati da
democratici, nelle linee del Quirinale.
Per Napolitano è vitale continuare a tifare per i banchieri assassini e
fare di tutto perché massoneria rossa e nera finanziaria proseguano
l'opera al massacro dei lavoratori italiani, continuando a negare la
sovranità al popolo.
Come poteva e può occuparsi del concreto disagio mortale di Giuseppe e
di tutti quelli che in questi ultimi due anni si sono dati fuoco anche
davanti alla sua Residenza Presidenziale?
No, non può, non possono tutti quelli come lui, collaborazionisti
squallidi che tifano morte; ed è subitaneo l'intervento di squadre di
"pulizia" che cancellino ogni traccia visibile di corpi diventati torcia
che lasciano scie di bruciato sul selciato.
Pulire, nascondere la verità, chiudere gli occhi, andare a trovare i
carcerati battendosi il petto ripetendo le frasettine di circostanza
sulle condizioni disumane delle patrie galere.
Tanto non gliene può fottere di meno; dopo pochi minuti rieccolo ad
esternare la difesa dei ladroni MPS, dei suoi amici Bankitalia, delle
istituzioni economiche nazionali da proteggere, quelle stesse che
rubano, scudandosi all'estero, grazie alla legge voluta da Berlusconi,
dal PD e firmata, senza battere ciglio dal burocrate con la camicia
bruna.
Giuseppe aveva scritto alla Camusso.
Susanna manco l'avrà letto il biglietto di Giuseppe.
E' troppo impegnata ad inciuciare per garantire alla CGIL di continuare
ad essere la prima azienda per liquidità disponibile sull'unghia in
Italia.
Magari userà la notizia del suicidio di Burgarella in qualche suo
comizio pagliacciata, uno dei tanti, identici tutti l'uno all'altro,
minaccerà lo sciopero generale contro il Governo Monti, come faceva per
il governo precedente, ma lo minaccerà solamente, poi appena scesa dal
palchetto della recita da oratorio di periferia, s'incontrerà con
Bonanni e Angeletti, insieme andranno a cena con il professore,
discuteranno del controfiletto al pepe verde e come ammazza caffè
pregheranno, per omaggiare la craxiana Susanna, alla memoria di Bettino.
Giuseppe si impicca, Giovanni si da fuoco, Luisa si butta dal balcone
con sua figlia, Andrea attende che la sua famiglia dorma profondamente
poi apre il gas e la fa finita per i suoi cari e per lui. Sicuramente
oggi un altro disperato, se non due, farà le stesse identiche cose: si
darà la morte per protesta finale.
Intanto i coglionazzi fanno finta di
litigare, ma con i cuccioli in braccio che adottano; uno dice che
toglierà le macchie da giaguaro a Berlusconi (e non è una battuta
dell'Autore), Silvio risponde che sotto le macchie troverà il leone;
Maroni vuole la moneta padana e la chiameranno Marone, Grillo strizza
gli occhi a Casapound, vuole bombardare il Parlamento, prima conquisterà
l'Italia, dopo l'Europa intera, poi dice che non è vero che lo ha
detto, che abbiamo capito male; Bersani, causa scandalo MPS, gliela
conta a D'Alema che la racconta a Fassino/a e decidono che è meglio far
finta di contrastare Monti per prendere voti, ma intanto preannunciano
che saranno alleati dei padroni, naturalmente per Unità Nazionale
d'Emergenza; Ingroia, che s'è tirato dentro Di Pietro, voleva allearsi
con Grillo, ma niente da fare, ora gira l'Italia e promette la vera
rivoluzione, al cuore del sistema, entrando nel sistema e collaborando
con il sistema; la Meloni porta i Fratelli d'Italia, giovani volti,
sulla sua bandiera nera, candida di verginelli ai palazzi, illibati e
adolescenti come Ignazio la Russa; Storace si stava per sposare con
Pannella, poi hanno capito che sarebbe stato controproducente per tutti e
due, viste le reazioni emetiche degli italiani con ancora un po' di
senno e, trovando una scusa di procedura elettorale/deposito liste hanno
fatto marcia indietro; poi c'è il pazzo che dopo aver debellato il
cancro in Italia, promesso un milione e mezzo di posti di lavoro... ne
promette quattro milioni, restituirà l'IMU a tutti, condonerà le tombe e
la prossima notte di Natale di autoincoronerà Silvio Magnum PI...,
damigelle reali: Piercasinando Caltagirone, Badessa Buttiglione,
Cardinal Bagnasco (che però tutti di nascosto tifano Monti)...
Se da una parte ci sono questi poveri falliti marci che prendono per il
culo, ancora, di nuovo!, le pecore votanti; dall'altra, i passivi,
masochisti estremi, schiavi bondage... a milioni, sono tutti in orgasmo
per produrre proseliti, impegnati, pare a tempo pieno, per far votare ed
eleggere i propri beniamimi.
Nessuna di queste facce da paura, candidati e fedeli seguaci, hanno la
dignità di usare una sola parola, dico una!, per denunciare e portare a
galla il crimine Statale, dei suicidi provocati dalla loro scellerata
politica/partitica di morte e collaborazionismo bieco contro la classe
operaia e il ceto medio.
In questa ridicolissima pagliacciata che chiamano campagna elettorale,
c'è solo da non ascoltare più, disertarli, lasciarli da soli ad
ammazzarsi poi l'uno con l'altro, esentarsi da questa ennesima chiamata
alle armi che è a difesa sempre e solo dell'identico sistema:
partitocrazia, delega in bianco, disconoscimento della Costituzione,
smantellamento finale del Conflitto di Classe, cancellazione dei CCNL,
RSU... e di vite, vite nostre.
Giuseppe Burgarella e i compagni/e, fratelli e sorelle che si sono
suicidati, gli altri ed altre che lo continueranno a fare meritano, non
solo rispetto ed azioni immediate, ma una primavera araba di Gelsomini.
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