02 febbraio 2013

Potere profano e potere religioso: l'uno vive e prospera grazie all'altro.



Io sono atea, per me tutte le religioni sono menzogne, tutte le religioni sono oppressione, tutte le religioni sono strumenti di dominio. Chiese, moschee, sinagoghe o templi, si tratta sempre di luoghi in cui si entra e da cui si esce solo inginocchiandosi dinnanzi a chi sta in alto. Sono più che convinta, come diceva Karl Marx, che siano l’oppio dei popoli, ma, ancora di più, sono un potente farmaco contro i problemi sociali.
Per questo metto sullo stesso piano anche l’autorità terrena, anzi, lavorano in coppia, dando l’una man forte all’altra per la sopravvivenza di entrambi. Non è forse vero che lo Stato, per quanto criticato, rimane l’unico modello sociale a cui una persona delega, volente o nolente, l'organizzazione della sua vita? Non è forse vero che i credenti affidano la propria vita a quel dio che ritengono l'unico che può salvarli dai disastri terreni? Se Chiesa e Stato sono andati così d’amore e d’accordo per lunghi secoli, insegnando la rassegnazione e l’obbedienza, è perché entrambi forniscono all’uomo una “soluzione” ai suoi problemi. La religione, con il suo sistema di regole, obblighi e sanzioni, e con le sue promesse (beati i poveri perché loro è il regno dei cieli), fornisce una speranza fasulla all’essere umano, che continua ad essere solo sulla terra con la sua miseria e la sua angoscia. Lo Stato, in cambio di una vita di sacrifici e altrettanta obbedienza a regole, obblighi e sanzioni, offre una speranza altrettanto fasulla: la pensione!
E una volta messa la materia ai lavori forzati, ecco che si dà un’occupazione quotidiana anche allo spirito per sollevarlo dalla stessa tirannica materialità!
È proprio questa la forza della religione. Mentre lo Stato, essendo la negazione della libertà, non può dare la felicità, la religione rende almeno la speranza alla portata di tutte le preghiere. Laddove il mondo profano garantisce solo il benessere materiale ed esclusivamente a chi se lo può permettere, il mondo religioso concede un benessere assoluto a chi si accontenta di quello che ha, anche e maggiormente a chi non ha niente.
Di contro, la forza del potere terreno si avvale della speranza dei credenti in una vita ultraterrena paradisiaca per dare una scusa all'invivibilità di quella terrena, da lui stesso provocata.
Diventa quindi facile comprendere come l'uno vive e prospera grazie all'altro: più le condizioni sociali si deteriorano e più si fa pressante l’esigenza di trovare sollievo nella fede. La religione è il risultato di una condizione di vita senza prospettive.
Ecco perché è solo dando una prospettiva alla vita, una prospettiva come mai è apparsa fino ad ora, che si potranno infine eliminare le condizioni che rendono necessaria la religione.
“Né Dio, né Padrone” era e continuerà sempre ad essere una condizione essenziale per la liberazione umana.

5 commenti:

  1. nulla da aggiungere,perfettamente d'accordo.
    più povero è l'uomo materialmente,più lo è nello spirito...maggiore sarà il suo bisogno di fede,più facile la sua...manipolazione.

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    1. E' proprio così, alla fine la manipolazione è l'obiettivo da raggiungere, e viene preseguito con molta tenacia da entrambi i poteri con tecniche che non differiscono molto.

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    2. anch'io metto sempre in pole position la religione come fonte di malattie mentali vere e proprie, gli strascichi del cristianesimo sono duri a morire, devi fare una grande guerra, però se nessuno li innescasse ai pargoli ne sarei solo che contento e per fortuna non ho figli!!!
      Buon articolo, compliementi

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    3. Grazie @Dioniso! In effetti sembra una guerra persa, sono secoli che veniamo indottrinati alla stessa scuola e farne a meno potrebbe causare vuoti di identità a chi non riesce a pensare con la propria testa. Io però spero che sempre più persone comncino a dubitare e a porsi delle domande e nel mio piccolo cerco di indurle a riflettere, con la logica, con il ragionamento, che a volte può anche essere semplicistico (non sono un'intellettuale e non mi cimento in tesi filosofeggianti) ma proprio per questo più abbordabile.
      P.S. Sono andata a vedere il tuo blog e ho notato con piacere il post di Marco Canestrari che anch'io seguo con interesse. Ciao.

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    4. Grande Canestrari, anche se il testo non è suo, ma in ogni modo mette sempre articoli anche sintetici ma chiari sul da farsi.
      Ciao Gianna

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